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Febbraio 2015

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Relazione Programmatica 2019-20

RELAZIONE PROGRAMMATICA

 

PRESIDENTE Roberto SCARAVAGLIONE

Anno Rotariano 2019-2020

 

 

PIANO DIRETTIVO

ANNO ROTARIANO 2019/2020

ll mio più cordiale saluto a tutti voi AUTORITA’ ROTARIANE, ROTARACTIANE, INNERINE, GRADITI OSPITI, GENTILI SIGNORE, CARI AMICI, CARE AMICHE, intervenuti, stasera, così numerosi a questo consueto appuntamento, in cui il neopresidente del club è chiamato ad illustrare le linee programmatiche che guideranno il nuovo anno rotariano.

Sono particolarmente felice e profondamente commosso dalla vostra numerosa partecipazione, che testimonia l’amicizia e l’attaccamento al club.

Innanzitutto, prima di illustrarvi le linee guida a cui sarà ispirato il nuovo anno rotariano 2019/2020, il mio più sentito ringraziamento va di nuovo a Marco Pellegrini, per avermi lasciato un club in piena salute, come dimostra l’indiscusso e riconosciuto prestigio di cui gode oggi il nostro club in ambito distrettuale.

Infatti, dopo 20 anni circa da Pasquale Satalino, il nostro club ha il prestigio e l’onore di esprimere con Gianvito Giannelli il secondo governatore nella sua storia quarantennale.

Ma non solo. Mai come quest’anno sono numerosissimi i soci destinatari di importanti incarichi distrettuali, a testimoniare quanto sia oggi considerato il nostro club.

In proposito, mi piace condividere questa  sera insieme a tutti voi l’orgoglio del club chiamandoli tutti qui al tavolo, uno ad uno, in ordine alfabetico, per ricevere, con un forte applauso, i nostri auguri di incoraggiamento e di buon lavoro, per i prestigiosi incarichi rotariani ricevuti, e per una foto ricordo:

consentitemi, però, di iniziare da:

  • Gianvito Giannelli, governatore nominato per l’anno rotariano 2021/2022; nonché presidente commissioni borse di studio per l’anno rotariano 2019/2020;

quindi,

  • Loredana Battista, presidente commissione socio assitenziali; componente commissione volontari del soccorso e delle maxi emergenze;
  • Saverio Belviso, presidente classifiche ed ammissioni; rappresentante per la Repubblica Ceca;
  • Nicola Cacucci, componente commissione cultura;
  • Sandro Chieco, componente commissione tutela beni culturali e archeologia;
  • Francesco D’Alessandro, delegato del governatore per i rapporti con le istituzioni; presidente commissione rapporti con gli ordini professionali; presidente sottocommissione Rotary Fondation fondo annuale;
  • Giovanni De Pergola, componente commissione attività socio assistenziali;
  • Mimmo Di Paola, componente commissione Ryla;
  • Beppe Macaione, vice presidente commissione statuto, regolamento e procedure;
  • Peppino Massarelli, componente commissione scambio di gruppi culturali;
  • Gino Nisio, vice presidente commissione accoglienza ed integrazione;
  • Nicola Nuzzolese, presidente commissione Rotaract; componente commissione formazione; componente sotto commissione borse della pace della Rotary Fondation;
  • Peppino Pacucci, componente sotto commissione fondo annuale;
  • Giorgio Papa, consulente del lavoro distrettuale;
  • Ugo Patroni Griffi, presidente commissione sviluppo e cooperazione dei paesi del mediterraneo;
  • Marco Pellegrini, componente dello staff del governatore;
  • Lino Pignataro, rappresentante per la Grecia; coordinatore dello staff del governatore; vice presidente sottocommissione alumni;
  • Maurizio Raeli, presidente commissione Ryla;
  • Carmen Russo, componente commissione Rotaract;
  • Antonio Schirosi, componente commissione conservazione e sviluppo dei centri storici.

Cari amici………vi pare poco?

Inizio, pertanto, questo anno rotariano con la consapevolezza e l’orgoglio di appartenere ad un grande club, ma anche con la preoccupazione di dover essere all’altezza del compito che mi avete affidato.

Vi assicuro che svolgerò il mio incarico con spirito di “servizio” e di “amicizia”, e con grande umiltà, pronto a mettermi in gioco, e vi assicuro che farò il mio meglio per l’anno che mi è stato affidato, anno che con onore, determinazione e passione cercherò di interpretare.

Come tutti sapete, Mark Daniel Maloney, americano dello stato dell’Alabama, è il Presidente del Rotary International per l’anno 2019/2020.

Il motto da lui scelto è “Il Rotary connette il mondo” e non a caso il logo rappresenta persone che tra loro si tengono per mano e che, uniti, idealmente portano avanti progetti di servizio per la propria comunità sostenuti ed attuati grazie al Rotary.

Il motto ed il logo scelto mi piacciono molto, e da essi trarrò ispirazione per il prossimo anno rotariano.

 La visione rotariana è, infatti, di realizzare “un mondo dove tutti i popoli, insieme, promuovono cambiamenti positivi e duraturi nelle comunità vicine, in quelle lontane, in ognuno di noi”; è proprio questa connessione a rappresentare l’essenza del Rotary, il motore per realizzare qualcosa di grande.

Mark Maloney, quindi, interpretando l’essenza del Rotary, attraverso il motto ed il logo da lui scelto, ha delineato la sua visione per costruire un Rotary più forte, invitando i soci ad approfondire le connessioni dei club con le loro comunità.

Egli crede, infatti, che le connessioni siano al centro dell’esperienza rotariana, in quanto il Rotary ci consente di collegarci gli uni con gli altri, in modi profondi e significativi, attraverso le nostre differenze.

In proposito, Mark Maloney ci ha ricordato che “Il Rotary ci connette con persone che altrimenti non avremmo mai incontrato, che sono più simili a noi di quanto pensiamo. Ci connette con le nostre comunità, con le opportunità professionali e con le persone che hanno bisogno del nostro aiuto.”

Il Presidente internazionale ci esorta, pertanto, a essere pronti ad agire, pronti a mettere a servizio degli altri le nostre professionalità, le nostre disponibilità, le nostre conoscenze, per svolgere al meglio il nostro ruolo. Ci esorta, inoltre, a restare uniti tra di noi, con il direttivo di club, con il distretto, in modo da essere rotariani più informati, più convinti, al fine di creare un maggior impatto nella società.

Sappiamo tutti, cari amici, che il Rotary nel condividere l’infaticabile impegno delle Nazioni Unite per un mondo più sano, più pacifico e più sostenibile, ci offre qualcosa che nessun’altra organizzazione può eguagliare: una rete di cui fanno parte 1.200.000 soci suddivisi in ben 35.000 club presenti praticamente in tutte le nazioni della terra, e che consente, quindi, alle persone di tutto il mondo di connettersi con spirito di servizio e di pace, e di attivarsi in modo coordinato per raggiungere quest’obiettivo.

Il Rotary ci consente, dunque, di connetterci gli uni con gli altri, ed attraverso e nonostante le nostre differenze, di connetterci con le nostre comunità, con le opportunità professionali e con le persone che hanno bisogno del nostro aiuto.

Questo rende l’esperienza nel Rotary una esperienza condivisa, dove tutti siamo legati da valori comuni e nessuno di noi è un’isola, a prescindere dal Paese, dalla lingua che parliamo, dalla cultura e dalle tradizioni.

Questa condivisione di valori, è l’essenza dell’esperienza rotariana. E’ il motivo che ci ha portato nel Rotary e per cui ne siamo ancora soci.

Attraverso il Rotary riusciamo a connetterci con la straordinaria diversità dell’esperienza umana su una base davvero singolare, stringendo legami profondi e duraturi nel perseguimento di un obiettivo comune.

La nostra organizzazione unisce esperienze, culture, lingue e sensibilità diverse, ma tutte collegate da un comune sentire, cioè dai valori fondanti che caratterizzano la nostra associazione, ovunque nel mondo, e ci chiede di agire nell’interesse del bene comune.

E’ in questo che è riassunta l’essenza dell’esperienza rotariana.

Ovviamente, il primo passo è essere connessi tra di noi, nel club, per poter poi essere connessi con efficacia, con la nostra comunità, con il nostro territorio, con il nostro contesto sociale e ambientale dove, insieme agli altri club cittadini e della provincia, dobbiamo operare per il bene comune, a contatto con i bisogni e le esigenze delle popolazioni e degli individui che nella nostra realtà vivono e lavorano.

E’ per questo che quest’anno la nostra azione sarà rivolta innanzitutto all’affiatamento dei soci, e all’implementazione della collaborazione con gli altri club, in particolare con quelli metropolitani, con quelli a noi più vicini, e con quelli gemellati, anche per aumentare il peso della nostra visibilità e dei nostri service.

In questa linea di azione, che mira a dare maggiore visibilità e peso alle nostre iniziative attraverso una forte collaborazione e sinergia fra i club metropolitani, uscendo dai recinti dei singoli club per abbracciare un rotary più grande, grazie all’assistente del governatore Antonio Guida, che vorrei salutare con un caloroso applauso di ringraziamento, c’è grande affiatamento, sintonia e condivisione tra tutti i presidenti, come testimonia la loro presenza a tutti i passaggi di martelletto ed a tutte le programmatiche; anche stasera sono qui presenti. Li invito ad alzarsi per ricevere anche loro un caloroso applauso di incoraggiamento ed augurio di buon lavoro (Michele Vinci R.C. Bari, Piero Schino R.C. Bari Ovest, Alessandro Amendolara R.C. Bari Mediterraneo, oltre a Marcella Loporchio del R.C. Bitonto Terre Dell’Olio).

E’ forte la nostra amicizia, cementata da una comune unità di vedute e di intenti, circostanza questa che  testimonia che i rotariani sono legati da valori ed ideali profondi, che sono la base della nostra amicizia, anche se non si conoscono.

Non si è infatti più amici perché ci si conosce da più tempo; si è amici e basta, perché si è in sintonia.

Faremo molte cose insieme quest’anno.

Se è vero, quindi, che il Rotary è formato dai singoli club, è pur vero che questi club sono tra loro in rete, e questo si percepisce, in particolare, partecipando agli eventi ed alle iniziative distrettuali e di interclub, occasioni ricche di nuovi stimoli e di nuove conoscenze.

Il Rotary, infatti, è molto di più del nostro club, e molti nuovi soci questo non lo sanno.

Mi adopererò, pertanto, affinché in questo anno rotariano si rafforzi sempre di più la collaborazione con gli altri club, ed affinché diventi consuetudine per tutti i soci partecipare agli eventi del nostro Distretto ed a quelli degli altri club.

Il nostro governatore Sergio Sernia ha sintetizzato tutto questo nel suo motto: “io sono perché noi siamo connessi nel mondo”.

Per rimanere al passo con i  tempi occorre essere aperti alle grandi opportunità offerte dalla tecnologia e dalle innovazioni, pur rimanendo legati alle nostre radici.

Quindi, cercherò, con l’aiuto del direttivo e della commissione appositamente creata a tale scopo, di utilizzare al meglio la comunicazione con i media, gli organi di stampa ed i social network, visti come opportunità di conoscenza del Rotary e del nostro club all’esterno dei nostri convivi, nella società e nel territorio.  

Cari amici, l’avventura inizia adesso!

L’anno 2019/2020 inizia con tante aspettative, progetti ed idee, che ora in grandi linee vi anticiperò.

Nel cominciare, oggi, insieme, questo nostro percorso, con ottimismo, coraggio e gioia, sappiamo che l’esperienza di questo viaggio dipenderà, come sempre, da tutti noi, cioè dal modo in cui affronteremo l’anno che ci aspetta – mi auguro con lo stesso spirito di servizio ed amicizia che ha ispirato generazioni di rotariani prima di noi – consapevoli che, attraverso il servire, l’amicizia e l’impegno, il Rotary connette il mondo.

Questo messaggio sarà la linea guida del percorso che ci accingiamo ad intraprendere, cercando sempre la condivisione, e la continuità con i programmi  dei Past Presidenti, del Presidente Incoming Gennaro Ranieri, e del Presidente Nominato Giancarlo Chiaia.

Sono, infatti, convinto che i service per avere maggior peso, impatto e visibilità debbano svilupparsi in più annualità attraverso la condivisione di idee, programmi e obiettivi.

Insomma, tutto sarà fatto, mi auguro, nel nome della continuità e della condivisione.

Il motto da me scelto, che sarà il filo conduttore che legherà le iniziative del prossimo anno rotariano, sarà “l’emozione della bellezza” intesa nella accezione più ampia e profonda del termine; cioè, la ricerca della bellezza di valori, di sentimenti, di azioni rivolte al bene comune, di attività ed iniziative rivolte all’arte, alla cultura, alla musica, ai beni culturali e storici, al paesaggio, al nostro territorio, e si svilupperà seguendo le seguenti cinque vie di azione:

  • AZIONE INTERNA
  • AZIONE GIOVANI
  • AZIONE PROFESSIONALE
  • AZIONE VERSO LA COMUNITA’
  • AZIONE VERSO LE ISTITUZIONI.

AZIONE INTERNA

Per quanto riguarda l’azione interna, il primo obiettivo è di assicurare la stabilità dell’organico del club.

Per far ciò, è necessario rendere attrattiva la vita del club in modo da rendere gradevole e stimolante la frequenza.

Per assicurare e possibilmente aumentare la frequenza dobbiamo, però, migliorare il coinvolgimento dei soci e dei partecipanti, offrendo l’opportunità di agire insieme, di connetterci gli uni con gli altri, e di vivere un’esperienza soddisfacente ed emozionante con il Rotary.

A tale scopo saranno programmate numerose attività per migliorare l’affiatamento quali:

- gite (una al mese circa):

  • Venosa la città di Orazio a ottobre,
  • Ruvo a novembre, spero in interclub con il Rotary club Bisceglie quest’ultimo da poco a noi gemellato,
  • Altamura a novembre, come da consuetudine,
  • Matera capitale europea della cultura a settembre o dicembre,
  • Locorotondo e Fasano con visita al museo vivente di Pezze di Greco a gennaio,
  • Rutigliano in interclub con il Rotary club di Rutigliano e Terre dell’uva a febbraio,
  • Alberobello con visita alla masseria Galeone scuola nazionale di equitazione dell’arma dei carabinieri ad aprile,
  • ed ancora sul Gargano a giugno,
  • e la più lunga ed impegnativa di tre/quattro giorni sulla costiera Amalfitana; a fine maggio,

e non è detto che siano le sole;

- interclub (uno al mese circa), su temi di grande interesse e con relatori di chiara fama;

- eventi conviviali (uno al mese circa), quali:

  • la Festa di inizio estate a luglio a Rosa Marina,
  • la Festa d’estate in riva al mare alla Rodos in interclub con il Rotary Club Ostuni Valle D’Itria Rosa Marina e con il Rotary Club Bari Castello,
  • la Festa di fine estate alla Selva di Fasano,
  • speriamo di riuscire ad organizzare anche la feste da ballo di san Valentino allietati dal complesso del caro amico Gianvito Chiarello,
  • e se ci riusciamo, perché no, la festa di carnevale,

nonché concerti abbinati a service.

Questi eventi si aggiungeranno alla consueta “festa degli auguri di natale” ed alla serata più importante per il club “la visita del governatore”.

 - ampio spazio sarà dato alle relazioni su temi generali di grande interesse ed attualità, lasciando grande spazio anche ai nostri soci;

- oltre, ovviamente, alle consuete assemblee e riunioni al caminetto.

L’obiettivo è di rinnovare continuamente l’interesse e la motivazione dei soci e attrarne di nuovi, anche attraverso il coinvolgimento della famiglia, come ci chiede il Presidente Internazionale Mark Maloney.

Il Rotary, infatti, non è, e non deve essere, in concorrenza con la famiglia ma, piuttosto, ne deve essere un’integrazione.

Deve diventare, pertanto, un’esperienza gratificante non solo per il socio, ma anche per il coniuge ed i figli. Dobbiamo, quindi, aumentare il coinvolgimento delle nostre famiglie nella vita del club, condividendo con esse i valori e le attività di servizio, offrendo esempi e stimoli virtuosi ai nostri figli.

Dobbiamo rafforzare il legame di amicizia e di collaborazione costruito negli anni precedenti, e la sintonia tra di noi, con e tra i nostri coniugi, che insieme a noi condividono i molti momenti di vita rotariana.

A tale scopo ci sarà, per esempio, ad ottobre una gita domenicale all’Agriturismo l’Amicizia, proprio dedicata alla famiglia ed al coinvolgimento dei figli, con prove di equitazione per chi vorrà cimentarsi in questa esperienza.

Dobbiamo, inoltre, nel rispetto dei principi rotariani della diversità, necessariamente puntare ad un effettivo assortito per genere, età e professione.

Per fare questo dobbiamo aumentare la nostra capacità di adattamento ai cambiamenti della società attraverso un’azione efficiente, flessibile ed efficace, che possa agevolare i rotariani a connettersi e a lavorare assieme e che attragga nuovi soci.

Occorre, a tale scopo, oltre a favorire l’ingresso di nuove socie, come ci chiede il Rotary International, partire dal sistema delle classifiche per trovare le professionalità che mancano al nostro club.

Non dobbiamo fare entrare, quindi, solo gli amici, ma assicurare la diversità di età, di genere, di professioni in modo da rendere attraverso tali diversità sempre più ricco il club, vitale, effervescente, terra di confronto e crogiuolo di stimoli e di interessi, sempre nel rispetto reciproco e della diversità di opinioni, in modo pacato e nel vero spirito di “amicizia rotariana”, valori questi che contraddistinguono chi appartiene al nostro sodalizio, e che mai devono venir meno. 

In altre parole, dobbiamo cercare di individuare e cooptare rotariani e non semplici soci.

La forza del Rotary è l’unità e l’amicizia ed il fatto che i sorrisi non sono e non devono mai essere di circostanza. Condivisione, concordia, integrità, queste sono le parole che contraddistinguono i rotariani e a cui noi, che siamo rotariani, ci dobbiamo sempre ispirare.

Particolare attenzione dovrà essere rivolta anche alle donne degli Inner Wheel, rappresentate stasera  da Daniela De Franciscis presidente del Club Inner Wheel Bari e da  Emanuela Bove presidente del club Inner Wheel Bari Levante (che vorrei salutare con un applauso), come anche la signora Tonia Ginevrino, cercando di incrociare più spesso nelle nostre attività tali club, sempre al fine di rendere le attività attraenti e gratificanti in modo di favorire e rendere piacevole la frequenza, anche attraverso le peculiarità di tali club tutti al femminile.

ll coinvolgimento delle famiglie, di nuovi soci, dei Rotaractiani, delle Innerine, potrà portare sicuramente una migliore fruibilità e flessibilità nel nostro club, nuovi stimoli e nuova linfa vitale.

L’auspicio è che i soci più anziani mettano la loro saggezza e la loro esperienza a servizio dei più giovani e che non siano mai parchi di consigli nei miei confronti e  del mio direttivo.

Noi abbiamo bisogno della vostra esperienza e del vostro consiglio.

Vi prego, non fateci mancare il vostro tempo ed il vostro sostegno!

In questo anno, poi, ricade il 29 gennaio anche la Celebrazione dei 40 anni di vita del club, evento che festeggeremo degnamente tutti insieme, insieme al 115° anniversario  dalla creazione del Rotary che ricadrà il 23 gennaio.

Non sarà solo una festa ma dovrà essere un evento con un forte significato simbolico che consenta ai soci più giovani di entrare in sintonia con la storia, le tradizioni e gli ideali del nostro club.

AZIONE GIOVANI

Per quanto riguarda l’azione giovani, essi sono il nostro naturale obiettivo, sono il futuro, la continuità. Per questo nel prossimo anno grande spazio sarà a loro riservato.

Non dimentichiamo che obiettivo del Rotary International è di cooptare soci giovani, il cui naturale bacino è costituito dai Rotaractiani, dai partecipanti al Ryla, allo Scambio giovani, alle borse di studio, ai service.

Dobbiamo, quindi, cooptare giovani professionisti da ricercarsi all’interno delle comunità, e coinvolgerli in attività di servizio, al fine di ampliare la nostra portata e far crescere il Rotary.

Per fare questo è strategico cercare sinergie con il Rotaract, rappresentato oggi da Marianna Carrozzini presidente del Rotaract Bari e da Paolo Iannone presidente del Rotaract Bari Agorà (che vorrei salutare con un forte applauso), il Ryla, lo scambio giovani, e i service attraverso i quali potremmo avvicinare al club i giovani professionisti.

In particolare, di fondamentale importanza nel processo di rinnovamento e di crescita del Rotary è la collaborazione tra rotariani e rotaractiani (ora soci parificati a tutti gli effetti, dall’ultima modifica introdotta nello statuto del R.I.).

Essi sono una importante risorsa da coinvolgere quali partner nello sviluppo e nella realizzazione di progetti condivisi.

Dobbiamo quindi favorire la loro partecipazione alla vita del nostro club, e a loro, come rotariani, dobbiamo insegnare con l’esempio.

A tale scopo, sono numerose le manifestazione esterne programmate e che spero caratterizzeranno questo nuovo anno.

 Peraltro, noi siamo il club padrino del Rotaract Bari Agorà, che sosterremo con forza.

Non solo. Quest’anno abbiamo l’onore di avere come presidente della commissione distrettuale Rotaract il nostro socio Nicola Nuzzolese. Ciò rappresenta una grande opportunità di cui approfittare.

Anche il Ryla rappresenta un nostro preciso obiettivo ed una opportunità che dobbiamo sfruttare, a maggior ragione che quest’anno anche la commissione distrettuale del Ryla sarà guidata da un nostro socio, Maurizio Raeli. Per questo, ho pensato doveroso appostare nel bilancio preventivo la somma per la partecipazione al Ryla di almeno due giovani.

Ma l’anno scorso, grazie all’amico Marco Pellegrini, è stato costituito l’Interact Club Gymnasium  Bari Sud, di cui siamo, pertanto, il club padrino che, in particolare, come richiesto dal Rappresentante Distrettuale Salvatore Muci sperò possa dare un significativo contributo all’organizzazione dell’evento distrettuale dell’Interact ipotizzato nella città di Bari. 

In proposito, avverto forte il dovere e la responsabilità di accompagnare verso il consolidamento questo nuovo club.

Per questo ho pensato di avvalermi dell’esperienza di Marco Pellegrini, che ha accettato, con grande generosità, di guidare la specifica sottocommissione da me costituita.

Rammento, inoltre, che lo scambio giovani è uno degli strumenti più efficaci per la promozione della pace e della comprensione tra i popoli.

Il distretto ed nostro club in questo sono abbastanza indietro; mi auguro, pertanto, che quest’anno possano pervenire richieste da parte di voi soci.

AZIONE PROFESSIONALE

Per quanto riguarda l’azione professionale, interpretando il vero spirito rotariano, dovremmo tendere ad utilizzare per i service le nostre professionalità, per la verità di enorme potenzialità, e non solo il denaro.

Un vivo ringraziamento va ad Angela Caterino, moglie del nostro socio, che, nell’ambito del programmato service di “alfabetizzazione informatica” da realizzare nell’oratorio di Bari Vecchia quale presidio di legalità, si è offerta di tenere gratuitamente il corso rivolto ai ragazzi ed ai formatori, per ben 36 ore di lezione frontale. Il progetto è stato approvato e, pertanto, sarà un service distrettuale, cui daremo molta visibilità sui media. Un particolare ringraziamento va al prof Riccardo Giorgino, Presidente della Commissione Distrettuale Rotary Fondation che ha approvato il nostro progetto e per il quale chiedo un forte applauso.

Ma ne sono certo, saranno molti altri gli apporti in termini di tempo e di professionalità che i nostri soci assicureranno alle varie attività del club.

Dobbiamo, come richiesto dal nostro Presidente Internazionale, migliorare la nostra capacità di adattamento e incoraggiare e promuovere l’onestà nelle relazioni professionali e di affari, sviluppando l’etica professionale spesso dimenticata o sacrificata nel nome di una concorrenza eccessiva e di un individualismo esasperato.

Abbiamo nel club professionalità di grande spicco che possono assicurare un adeguato raccordo e collegamento con gli ordini professionali ed il mondo delle libere professioni.

Perché non sfruttarle?

Per questo, cercherò nell’ambito delle attività del club di lasciare ampio spazio ai soci liberi professionisti.

AZIONE VERSO LA COMUNITA’

Per quanto riguarda l’azione verso la comunità, punteremo ad aumentare l’impatto del Rotary nella nostra comunità attraverso la ricerca di una efficace comunicazione, soprattutto preventiva, delle nostre iniziative, e quindi dei risultati conseguiti, pubblicizzando con forza e impegno il ruolo del Rotary e dei nostri service.

Rammento che l’eradicazione della polio resta la più grande sfida del Rotary.

Organizzeremo, in proposito, due eventi per la raccolta di fondi, la festa di inizio estate e la festa di fine estate, che si aggiungeranno al consueto contributo versato ogni anno dal club.

Dobbiamo, infatti, percorrere l’ultimo chilometro sulla strada dell’eradicazione della Polio.

E’ indubbio che la spallata finale sia necessaria per ribadire l’efficacia e la credibilità di questa grande campagna del Rotary, in partership con le principali organizzazioni internazionali e le fondazioni private.

Nel prossimo anno, come sapete, abbiamo la possibilità di aumentare l’entità delle donazioni attraverso l’intervento moltiplicatore della Fondazione Bill e Melinda Gates, che assicura un contributo di ben due dollari per ogni dollaro raccolto.

Questa è un’opportunità da non perdere.

Dopo oltre 30 anni abbiamo davvero la possibilità di mettere la parola fine alla campagna contro questa grave malattia, che dopo il vaiolo sarebbe la seconda ad essere definitivamente eradicata dal mondo.

Siamo veramente ad un passo dal successo.

In mancanza, potrebbero essere vanificati tutti gli sforzi compiuti dagli anni 80 ad oggi, sforzi che hanno consentito di ridurre i contagi da oltre 350.000 nuovi casi all’anno alla decina di casi attuali, concentrati nelle regioni più remote ed inaccessibili del Pakistan e dell’Afganistan.

La nostra azione, quindi, ha salvato e continua a salvare 1000 bambini ogni giorno dalla poliomelite.

Queste è un risultato concreto, tangibile, della nostra azione.

Dobbiamo debellare questa terribile malattia, ora e definitivamente. Ecco il significato dello slogan della campagna del Rotary “END POLIO NOW” che noi sosterremo con forza.

E’ un regalo che dobbiamo ai nostri bambini, ovunque si trovino, oggi e per sempre.

Noi daremo il nostro contributo!

Noi ci saremo!

A parte l’impegno confermato e rafforzato in questa campagna, cercheremo di ampliare la portata di azione del nostro club attraverso la creazione di opportunità per coinvolgere più persone e organizzazioni, quali ad esempio aumento degli interclub e dei service, preferendo quelli di grande risonanza esterna:

- il primo service in interclub cittadino è “Singing in the Moonlight” per ASFA PUGLIA ”Associazione Supporto Famiglie Autistici”, organizzato dal Rotary Club Bari, in interclub con noi, gli altri club cittadini, il Rotary Club Bitonto Terre dell’Olio, Inner Wheel Bari e Rotaract Bari. E’ un service di grande rilevanza ed importanza ed è la prima uscita pubblica dei club metropolitani in questo nuovo anno, a cui dobbiamo partecipare numerosi, come tangibile nostro contributo;

- service alla “Associazione Volontariato Vincenziano” di Ostuni, organizzato dal Rotary Club Ostuni Valle d’Itria Rosa Marina, in interclub con noi e Rotary Club Bari Castello;

- service all’orfanotrofio delle  suore dello Spirito Santo di via Celsu Ulpiani a Bari;

ma sono tante altre le idee che spero di poter attuare, compreso la prosecuzione di molti service attuati dai Past Presidenti.

AZIONE VERSO LE ISTITUZIONI

Per quanto riguarda l’azione verso le istituzioni, dobbiamo migliorare la percezione che all’esterno hanno di noi.

La nostra immagine, infatti, risulta appannata.

Il Rotary, spesso viene percepito dall’esterno come un club elitario e/o una lobby di affari.

Bisogna, quindi, rafforzare la reputazione della ns associazione, attraverso comportamenti trasparenti, e valori profondi, condivisi e linguaggi comuni, e promuovere azioni di servizio del club con alleanze strategiche, e contatti adeguati, che ci proiettino positivamente nella società civile.

Affiancare il logo del Rotary a quelli delle principali istituzioni sarebbe un bel successo.

L’impegno a far conoscere il Rotary è fondamentale, e per questo dobbiamo creare sinergie durature con le istituzioni, e sul territorio attraverso interventi significativi che possano animare la vita della comunità e lasciare un segno tangibile, attraverso progetti utili, riconoscibili e mirati.

A tal fine, sono molte per quest’anno le iniziative rotariane programmate, e mi adopererò senza risparmio affinché esse si realizzino.

Ho pensato, per esempio, ad alcuni service quali:

- realizzazione, come detto, di un laboratorio di informatica a Bari vecchia, quale presidio di legalità che vedrà coinvolti oltre alla diocesi, il comune di Bari, l’Arma dei carabinieri, la Prefettura di Bari, ed altre importanti istituzioni pubbliche. Il progetto, come detto, è stato approvato dal distretto e pertanto sarà  cofinanziato dalla Rotary Fondation;

- service al conservatorio Niccolò Piccinni, rivolto a giovani talentuosi, da noi organizzato in interclub cittadino, che se attuato potrebbe portare una grande ricaduta mediatica e di immagine attraverso il concerto di natale che si terrà il 7 dicembre all’Auditorium Nino Rota per la consegna di cinque borse di studio, ognuna delle quali offerta da un club metropolitano;

- service “PROGETTO ART 3” per una fruizione libera dell’arte, con il club di Venezia come naturale prosecuzione della collaborazione sorta con il gemellaggio dell’anno 2017/2018 e forse anche con il club di Matera; il service consiste nella realizzazione di un pannello multisensoriale, con accessibilità ai contenuti tramite i tre sensi: vista, udito e tatto e nella sua installazione nel teatro Niccolò Piccinni, nell’ambito di un progetto molto più ampio che coinvolgerà il comune di Bari, e diverse associazioni nazionali. Agli eventi di consegna dei service ci sarà la partecipazione delle delegazioni degli altri club, nel nostro caso noi riceveremo i soci di Venezia e Matera e noi ricambieremo la partecipazione a Venezia e Matera;

- service in una scuola del quartiere Libertà, in prosecuzione del service dell’anno 2017/2018 dell’amico Nicola Nuzzolese e del service dell’anno 2018/2019 dell’amico Marco Pellegrini, insieme all’arma dei carabinieri, grazie al nostro socio onorario Generale di Brigata Alfonso Manzo, che ringrazio per la sua sensibilità e disponibilità, finalizzato a promuovere la cultura della legalità fra i ragazzi di scuole con un’utenza difficile;

- service “Mario La Pesa”, il service storico del nostro club, che viene effettuato da quarant’anni, cioè dall’anno di fondazione del ns club;

- aderiremo inoltre al service del nostro Governatore Sergio Sernia “Senza Sbarre”, volto a favorire il reinserimento nel mondo del lavoro di detenuti in regime di semilibertà;

- service in memoria di “Pasquale Ginevrino”;

- service in memoria di “Giuseppe Giannelli”;

- giornata End polio Now,

e tante altre iniziative di forte impatto simbolico.

Per esempio, la nostra socia Giusy Ostuni sta lavorando ad un progetto relativo agli effetti di emulazione negativi indotti dallo sceneggiato Gomorra sui giovani, che prevede il coinvolgimento di numerose ed importanti associazioni nazionali e cittadine e  la partecipazione di uno dei principali attori o speriamo dello stesso Saviano.

Siamo anche stati contattati, per un’eventuale partecipazione, dalla commissione distrettuale clima che sta organizzando un evento distrettuale relativo ad un congresso mondiale sugli SMART BUILDING che si terrà presso il Politecnico di Bari a settembre.

Sono certo che tanti altri service si aggiungeranno grazie alla collaborazione ed alle proposte di tutti voi.

Mi avvio alla conclusione illustrando l’organigramma che ho previsto per il nostro club per l’anno rotariano 2019/2020.

Come sapete sono socio da oltre 10 anni ma non ho mai partecipato molto alla vita del club.

Solo con il mio coinvolgimento nel direttivo 2017/2018, ho capito cosa è il Rotary.

Sulla mia personale esperienza ho capito che ci si appassiona solo assumendo delle cariche rotariane, cioè attraverso le emozioni e la responsabilità di offrire il proprio contributo.

Frequentare poco, porta inevitabilmente a frequentare sempre meno, ed alla fine alla disaffezione ed all’abbandono del club.

Per questo tutti i soci sono coinvolti nelle commissioni, che mi auspico possano materialmente funzionare ed offrire il loro necessario contributo alla vita del club. 

Da tutti, quindi, mi aspetto una partecipazione attiva e propositiva;

In particolare, dal Presidente Saverio Francesco Campanale e dai due Vice Presidenti Saverio Belviso e Giorgio Papa, Coordinatori di tutte le Commissioni.

Ma a maggior ragione dai presidenti e vicepresidenti di ciascuna commissione e sottocommissione, che per la loro esperienza e il loro indiscusso spirito di appartenenza al club ed al Rotary, sono certo saranno il motore diesel  del club.

Ma anche da tutti i componenti delle commissioni, che a breve chiameremo, mi aspetto una attiva partecipazione alle numerose iniziative che caratterizzeranno questo nuovo anno rotariano, nonché più in generale, alla vita del club.

L’Istruttore del club, Nicola Nuzzolese, da parte sua, avrà l’onere di prevedere un programma di formazione rivolto prevalentemente ai nuovi soci, ma non solo, e di esercitare al meglio la sua funzione  di collante del club.

Insomma, dobbiamo tutti essere orgogliosi di appartenere al Rotary ed al Rotary Club Bari Sud, e non dobbiamo avere remore a manifestarlo e ad indossare sempre il nostro distintivo che contraddistingue ed identifica i valori che ci uniscono.

Il Rotary è condivisione, spirito di servizio, ma soprattutto di amicizia, e non è dei singoli soci, e men che meno dei suoi dirigenti.

Non dimentichiamo mai il nostro motto “Service above self- Servire al di sopra di ogni interesse personale”.

Siamo tutti coinvolti, siete tutti coinvolti attivamente nella vita del club, cui ciascuno contribuirà con la ricchezza della sua personalità, delle sue conoscenze ed esperienze.

Sono pronto ad ascoltare tutti, a recepire le istanze di tutti, a esaminare questioni e problemi, purché sia sempre saldo lo spirito di amicizia rotariana che ci deve sempre contraddistinguere.

Cercherò di non dissipare la preziosa eredità che mi hanno lasciato i Past Presidenti ed in ultimo il caro amico Marco e, quindi, cercherò in tutti i modi di mantenere il club vitale, dinamico, in crescita, agganciato al territorio e di favorire un clima di amicizia, armonia e condivisione.

Opererò non solo guardando al mio anno, ma rivolgendo lo sguardo anche al passato ed al futuro del club, tenendo sempre ben presente il “Piano Strategico 2019-2022” che ho elaborato per il nostro club e che indica le linee programmatiche per il prossimo triennio, e di cui questo Piano Direttivo ne costituisce la prima fase di attuazione.

La mia squadra non prevede solisti, o protagonisti, ma opererà nello spirito di massima condivisione e collegialità delle decisioni, nonché di circolazione delle informazioni.

Come sapete ho puntato su un direttivo di giovani soci.

Pagheremo senz’altro un pesante pedaggio di inesperienza, e di questo vi chiedo fin da ora perdono; gli errori non mancheranno, ma siatene certi, saranno sempre commessi in buona fede.

Però, in contraccambio, alla fine di quest’anno rotariano, il club potrà disporre, per la gestione condivisa che intendo assicurare, di giovani soci che avranno acquisito le conoscenze e le abilità necessarie anche per ricoprire gli altri ruoli direttivi e che, ne sono certo, assicureranno per molti anni la continuità di questo club, nel rispetto delle nostre tradizioni.

Per tutto questo conto sull’aiuto e sul sostegno di tutti voi.

Concludo con le parole di Paul Harris:

“l’amicizia è la roccia sulla quale è stato costruito il Rotary e la tolleranza è ciò che lo tiene unito. In ogni Rotary club c’è abbastanza energia atomica da farli scoppiare in mille pezzi, se non fosse per lo spirito di tolleranza, la stessa tolleranza da cui è scaturita la mia fede”

Buon lavoro a tutti noi.

W il Rotary, W il Rotary Club Bari Sud.

Bari, 8/7/2019.

Allegati:

  • Piano strategico 2019-2022;
  • Organigramma Commissioni.

08 giugno 2019                                                                                                                                                                   Roberto Scaravaglione

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Relazione Programmatica del Presidente

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Asse cuore cervello, introdotto dall’amico e socio Sen. Luigi D’ambrosio Lettieri

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“Rotary Day: 110 al servizio dell’umanità”

In occasione del 110° anniversario della fondazione del Rotary International i cinque Clubs Metropolitani hanno organizzato lunedì 23 febbraio 2015, presso il Circolo Unione di Bari, una riunione celebrativa impreziosita dalla relazione di altissimo profilo tenuta dal Prof. Riccardo Giorgino, Past Governatore e Presidente dei PDG del Distretto 2120. Antonella Calderazzi, Presidente del Rotary Club Bari, ha salutato tutte le Autorità rotariane, i PDG Ranieri, Volpe, Titta De Tommasi, Mario Greco, Renato Cervini, il Segretario distrettuale Vito Valente, Lino Pignataro, Assistente del Governatore, i Presidenti dei Clubs baresi che sedevano al tavolo del Relatore, i Ragazzi del Rotaract e dell’Interact, tutti i Soci e i numerosi Ospiti intervenuti. La parola è subito passata all’Illustre Relatore che, per carriera professionale e qualità morali di gradissimo livello, è stato sapientemente introdotto e presentato dalla Presidente Calderazzi quale Stella Polare del Sodalizio.

Di seguito viene pubblicato integralmente il testo della relazione del Prof. Giorgino di contenuti elevati e significativi, atti a sottolineare la storia e l’operato di servizio del Rotary in tutto il pianeta.

 

 

“Il Rotary a 110 Anni dalla Nascita: tra idealità e iniziative filantropiche”

Riccardo Giorgino relatore

La ricorrenza dell’anniversario della nascita del Rotary (110 anni dalla fondazione) offre la occasione per un richiamo ai principi che ne sono a fondamento e per rinnovare l’impegno a testimoniarli quotidianamente nella vita.

La conoscenza della sua storia e dei successi conseguiti serve a rinvigorire il nostro entusiasmo e la nostra partecipazione alle attività del Club, del Distretto, del Rotary internazionale nel suo complesso.

°°°°°

Innanzitutto, un preciso riferimento al tempo in cui il Rotary nacque e allo spirito e alle motivazioni per cui ebbe vita.

Nel 1896 Paul Harris iniziò ad esercitare la professione di avvocato a Chicago.

Il momento storico era tra i più delicati: si erano appena spenti i bagliori della guerra di secessione che avevano illuminato sinistramente la storia americana; negli agglomerati urbani e rurali l’uomo viveva al ritmo delle macchine chiuso negli opifici, nelle aziende, nelle fabbriche; i sentimenti venivano sacrificati sull’altare del successo e del benessere; si andava affermando una borghesia assetata di potere. Scopo della vita era emergere, farsi una posizione; l’avere prevaleva sull’essere; quello che contava era il profitto ad ogni costo, anche calpestando i diritti altrui. Una solitudine profonda avvolgeva gli uomini e soffocava tutti gli aneliti dell’anima.

Paul aveva ricevuto in famiglia nel New England, nella valle del Vermont in casa dei nonni, una formazione limpida e rigorosa; forti erano in lui l’amore per la vita e per il prossimo, l’importanza dell’istruzione, il perseguire nobili ideali. Aveva imparato da ragazzo a essere tollerante nei confronti di tutte le fedi religiose e politiche, a non essere troppo critico verso le opinioni degli altri, qualunque esse fossero. Sentiva la solitudine, avvertiva un grande bisogno di amicizia.

Nell’estate del 1900 Paul Harris fu invitato a pranzo da un amico avvocato che abitava a Roger Park, alla periferia di Chicago. Durante una passeggiata pomeridiana entrarono in diversi magazzini e negozi di vario genere e, ad ogni visita, il suo amico lo presentò al proprietario. Rimase molto colpito dal fatto che il suo ospite aveva, tra i commercianti del quartiere, molti amici che chiamava per nome. Egli, invece, con i suoi clienti aveva soltanto rapporti di lavoro, ma non relazioni cordiali stabili; si chiese se non si fosse potuta instaurare anche con loro, o almeno con alcuni di essi, una relazione amichevole duratura.

In lui si fece strada l’idea di uno strumento che confortasse la solitudine e fosse foriero di bene. Perché non creare nella grande Chicago un’associazione che raggruppasse persone di diverse professioni, senza restrizione di fede religiosa o idee politiche, in un assoluto rispetto delle idee altrui? Chi doveva farne parte?

Pensò a un gruppo di uomini di affari legati dall’amicizia che si sarebbero aiutati reciprocamente e pensò anche che a ciascuno sarebbe derivato un particolare vantaggio dal fatto di essere l’unico rappresentante della propria attività commerciale o professionale. Una cosa era certa: tutti dovevano avere la propensione all’amicizia.

Non agì di impulso; passarono mesi e persino anni. Il periodo di gestazione fu di cinque anni.

Alla fine, la sera del 23 febbraio del 1905, organizzò un incontro con tre giovani uomini di affari. Erano presenti i suoi amici: Sylvester Schiele, commerciante di carbone, Gustav E. Loehr, ingegnere minerario, e Hiram E. Shorey, sarto. La riunione si svolse nell’ufficio di Loehr, la stanza 711 dell'Unity Building di Chicago.

La riunione fu vivacizzata dal racconto di esperienze personali. Paul Harris spiegò gli scopi generali del suo progetto: cooperazione reciproca e amicizia informale, come quella che tutti avevano vissuto nei rispettivi villaggi di origine.

Schiele fu eletto primo presidente.

Nacque così, nel 1905 a Chicago, una delle prime organizzazioni di servizio della storia: non per «rappresentare la società dal punto di vista sociale, religioso o razziale», scrive Paul Harris, ma per affermare il grande valore dell’essere insieme, in una Società che tendenzialmente migrava verso l’individualismo, per diffondere elevati standard etici e promuovere la comprensione, la solidarietà, la pace.

Nella seconda riunione fu presentato Harry Rugles, lo stampatore che svolse un ruolo importante nel Club di Chicago; fu sua la proposta che si cantassero gli inni prima della riunione.

Durante il terzo incontro Paul Harris suggerì diversi nomi possibili per il nuovo Club. Il termine Rotary incontrò il favore unanime dal momento che gli incontri si tenevano a rotazione in diversi hotel e ristoranti; e fu adottato.

Il progetto originario del Club prevedeva la rotazione dei luoghi di riunione, della presidenza e perfino dei soci. Questi potevano essere iscritti soltanto per un anno (questa disposizione fu un espediente per assicurare la frequenza; si ritenne che l’interesse per il Club sarebbe rimasto costante se la continua appartenenza fosse stata assicurata dalla reiscrizione). I soci venivano multati di 50 cent per la mancata partecipazione alle riunioni e non venivano prese in considerazione giustificazioni. Il ricavato delle multe servì a pagare tutte le spese di gestione del Club. Fu deciso, altresì, il logo rotariano: una ruota dentata come simbolo dell'attività professionale.

I primi quattro rotariani provenivano da diverse Nazioni, appartenevano a diverse confessioni religiose e rappresentavano diverse professioni. Perché?

L’appartenenza limitata ad un solo rappresentante di ogni mestiere o professione avrebbe contribuito, secondo Paul Harris, a «formare una comunanza congeniale fra gli appartenenti, non avrebbe suscitato gelosie professionali, avrebbe incoraggiato l’assistenza reciproca, stimolato l’orgoglio per la propria occupazione e allargato la propria mente e la solidarietà nei confronti della realtà, dei successi e dei problemi di altre occupazioni».

«Ogni rotariano - diceva - rappresenta un anello di congiunzione tra l’idealismo del Rotary e il suo mestiere o la sua professione». L’appartenenza al Rotary impone, infatti, l’obbligo di farsi portavoce degli ideali e dei principi del Rotary, di diffonderli e farli accettare da tutti coloro che svolgono, al di fuori del Rotary, la stessa professione contribuendo in tal modo a realizzare più alti standard professionali.

Alla fine del 1905 i soci del primo Rotary Club erano diventati 30. Nello stesso anno l'aiuto per le persone meno fortunate venne ritenuto un'importante finalità della vita rotariana. Curiosa è la prima attività benefica intrapresa: la costruzione di un servizio igienico pubblico sulla piazza del municipio di Chicago.

Dopo che il Club di Chicago ebbe raggiunto un notevole sviluppo, all’inizio del terzo anno Paul Harris fu designato alla presidenza. Iniziò il lavoro con tre distinti obiettivi: incrementare la crescita del Club di Chicago, estendere il movimento ad altre città, aggiungere agli obiettivi del Club anche quello del servizio di pubblico interesse.

Tra il 1905 e il 1910 sorsero negli Stati Uniti molti altri Club rotariani.

Fu deciso allora di raggruppare i Club esistenti in un Organismo che non soltanto si sarebbe fatto carico di espandersi ulteriormente, ma avrebbe altresì curato lo scambio di informazioni tra i Club. Ogni Rotary Club adottò le proprie deliberazioni e si stabilì che queste venissero discusse in una Convention finalizzata al rafforzamento dell’Organizzazione e al sostentamento di una Associazione nazionale dei Rotary Club col vincolo del sostegno morale e finanziario.

Il 15 agosto del 1910 ebbe luogo a Chicago il primo Congresso del Rotary; alla fine di tre giorni Paul Harris venne eletto Presidente della nuova Organizzazione e con lui fu eletto un Comitato centrale di nove dirigenti in rappresentanza di altrettanti Club. Paul Harris fu rieletto Presidente nella seconda Convention svoltasi a Portland, nell’Oregon, nel 1911. E anche nel secondo anno di presidenza si dedicò alla espansione piuttosto che alla elaborazione di una filosofia più compiuta del movimento. Nel 1912, alla terza Convention di Duluth nel Minnesota, abbandonò la sua creatura al suo successore; si era reso conto che le energie stavano per esaurirsi. Continuò tuttavia ad occuparsi delle vicende del Rotary, a studiare le possibilità di espansione, a scrivere ogni tanto articoli e a “servire” nel modo più discreto possibile.

Nel 1911 entra, nella definizione del Rotary il termine servire (service) con le sue implicazioni e il suo significato e la definizione viene modificata in “organizzazione di uomini di affari e di professionisti al servizio degli altri”.

Il concetto originario del Rotary è stato in seguito ampliato con una vera e propria formulazione dei suoi ideali e dei suoi obiettivi, ma quello dell’amicizia intima e informale resta l’ elemento vitale della sua struttura.

Questa è la storia del perché e del quando.

Dal 1905 a oggi il Rotary è cresciuto nella sua dimensione e nella sua articolazione.

Nel 1912 nacque il primo Rotary Club al di fuori degli USA a Winnipeg (Manitoba, Canada); seguì nel 1917 l’istituzione di un Fondo di dotazione, precursore della Fondazione Rotary; nel 1922 il nome venne cambiato in Rotary International in quanto si erano costituiti Club Rotary nei cinque Continenti; nel 1933 fu formulata dal Rotariano di Chicago Herbert J. Taylor la “prova delle 4 domande”; nel 1945 la Carta delle Nazioni Unite a San Francisco (California, USA) venne redatta con il contributo di quarantanove Rotariani (i Rotariani sono stati non solo testimoni ma anche, in alcuni casi, protagonisti dei principali eventi della storia!); nel 1962 fu costituito il primo Club Interact a Melbourne (Florida, USA) e nel 1968 il primo Club Rotaract a Charlotte (Carolina del Nord, USA); nel 1989 il Consiglio di Legislazione, in un mondo nel quale le professioni erano quasi esclusivamente riservate agli uomini, aprì il Rotary alle donne (oggi rappresentate per il 19,65% nel Mondo, in Italia per il 13,94%). Dopo il crollo del muro di Berlino e la dissoluzione dell'Unione Sovietica sono stati fondati numerosi Rotary Club nell'Europa orientale e centrale, tra cui il primo Club russo, costituito nel 1990.

La cronologia dell’espansione del Rotary è senz’altro uno dei capitoli più interessanti della sua storia, ma bisogna dire che lo sviluppo dei suoi ideali e delle sue attività è andato di pari passo. I fatti hanno sempre preceduto le parole. Solo dopo che il Rotary aveva reso servizi in un’infinità di forme diverse, la parola “servire” , con tutti i suoi vari significati ed implicazioni, è stata scritta nel piano del Rotary.

Oggi il Rotary è presente in circa 200 paesi e regioni geografiche, i Club sono oltre 34.739 (in Italia 838) e i Distretti 538 raggruppati in 34 Zone. La nostra organizzazione conta oggi 1.216.439 milioni di soci.

Da un gruppo locale, riunitosi nella città di Chicago con scopi di mutua assistenza ed amicizia, il Rotary è ormai diventato un’organizzazione di ampiezza internazionale e di indiscutibile nobiltà di intenti.

°°°°°

Due i percorsi seguiti dal Rotary fino dalla fondazione: quello delle idealità, cioè dei valori, e quello filantropico.

Lo stile di vita che il Rotary definisce è fondato principalmente su due valori: l’amicizia e l’etica professionale.

L’amicizia è «una forza evangelizzante, la roccia su cui è stato costruito il Rotary - diceva Paul Harris. Non è pensabile che l’amicizia possa trovare limite nei confini di una nazione, di una fede religiosa o di un credo politico; l’amicizia amplia gli orizzonti e rende dolce la vita».

L’amicizia raggiunge il più alto livello nel Rotary quando due persone, accomunate in un’unica causa, generano, insieme, felicità per gli altri. In questo senso “l’io e il tu” si incontrano e diventano un “noi” solidale, unanime e fraterno.

Il Rotary si fonda sui valori della amicizia per realizzare la principale finalità: il servire.

Fin dalla fondazione Paul Harris cercò di affrontare il problema etico. Nel primo numero di The Rotarian scrisse un suo vero e proprio manifesto del rotarianismo, intitolato “Rational Rotarianism” in cui fa chiarezza sulla conflittualità che si era creata tra i soci dei Club per la mescolanza degli affari con le attività civiche e la buona amicizia.

Anche i motti rotariani proposti in quegli anni risentono un po’ di questa conflittualità. He profit most who serves best fu il motto creato da Arthur Frederich Sheldon durante la Convention di Portland (Oregon) del 1911 ad indicare, anche se può sembrare strano, che chi si adopera al meglio al servizio degli altri può trarne il massimo beneficio per sé stesso. Nella stessa Convention, tuttavia, Paul Harris invitò sul palco Frank Collins, presidente del Rotary club di Minneapolis, che propose, tra l’entusiasmo dei presenti, il motto del suo Club Service, not self che diventò poi, con qualche modifica nella Convention del 1950 a Detroit, Service above self.

Il service above self impone, per servire la Società, di improntare la propria attività professionale a un’etica che non privilegi mai l’interesse personale.

«Il Rotary, scriveva ancora Paul Harris, non è una religione, né un surrogato della religione.  È nato dagli impulsi religiosi nella vita moderna, specialmente nel mondo degli affari e nelle relazioni internazionali. Nell’arco della mia vita, le pratiche negli affari sono cambiate e l’influenza del Rotary è stata avvertita in modo particolare in questo campo».

Di qui la finalità di «informare ai principi della più alta rettitudine la pratica degli affari e delle professioni, riconoscere la dignità di ogni occupazione utile e far sì che essa venga esercitata nella maniera più degna quale mezzo per servire la società».

Il to serve deve coniugarsi con l’attenzione al contesto umano e geografico nel quale ciascun Club, e ciascuno di noi, opera. Il servizio alla Comunità e il continuo sforzo di soluzione di problemi irrisolti e sempre più urgenti deve impegnare la vita dei Club e di ciascun rotariano.

Nel Congresso del 1915 a San Francisco, fu adottato un codice di Etiche Deontologiche Professionali; in seguito furono tenuti incontri riguardanti lo sviluppo di standard e di conoscenze basate su tale codice.

Nel 1943 i rotariani ebbero uno strumento che li aiutò a raggiungere gli obiettivi della azione professionale allorchè il Consiglio di Amministrazione del R.I. approvò, il codice etico denominato 4-way test, elemento primario dell’ideale di azione rotariana.

The 4-way test (prova delle quattro domande) fu ideato da Herbert J. Taylor, un rotariano di Chicago (che divenne Presidente del Rotary internazionale nel 1954-55).

La intuizione di Taylor è del 1932 e il testo nella sua formulazione attuale è stato adottato dal Rotary internazionale nel 1943.

- ciò che penso, dico, faccio risponde a verità? (filosofia della trasparenza),

- è giusto per tutte le persone coinvolte? (logica imprenditoriale),

- contribuirà a creare un clima di benevolenza e amicizia? (amicizia),

- sarà utile per tutte le persone coinvolte? (competenza professionale)

Il test non dà risposte; pone domande a ciascuno di noi. La risposta che noi diamo consente di migliorarci continuamente come genitori, come amici, come cittadini se applichiamo il test non solo nelle relazioni professionali ma anche a casa, nella società, nella comunità in cui viviamo. La domanda è se quello che facciamo nella nostra vita di lavoro, quello che diamo nei nostri rapporti con gli altri è tutto quello che è possibile fare o dare con calore umano o non è soltanto pratica di routine.

Da questa configurazione della azione professionale discendono due momenti: quello della “responsabilità” di ciascuno di noi nei confronti della Società e quello della “soggettività sociale” del Rotary, ovvero l’essere noi un unico soggetto che lavora per la Comunità.

Nel corso degli anni (1928, 1954, 1989, 1998, 2004) sono stati proposti numerosi codici etici che a volte hanno creato situazioni di crisi con altre istituzioni (nel 1928 con la Chiesa di Roma che si affiancò al Fascismo nel determinare la chiusura dei Club Rotary in Italia!).

In sostanza, tutti caratterizzano la divisa morale che dovrebbe guidare ogni rotariano: il distintivo che portiamo sul risvolto della nostra giacca non sia tanto quello della appartenenza, ma quello della testimonianza della nostra particolare e specifica attitudine al servizio, individuale e associativo.

L’ideale (rotariano) del servire inteso come motore e propulsore di ogni attività sopravvive per la solidità dei suoi valori: amicizia-solidarietà, etica e responsabilità nella pratica degli affari e delle professioni.

°°°°°

Il Rotary si è affacciato al XXI secolo con un rinnovato impegno nel far fronte ai bisogni della società.

Fin dalla sua fondazione si è impegnato nella difesa dei diritti dell’uomo (contenuti nella Dichiarazione della Assemblea delle Nazioni Unite del 1948) con progetti che concretizzano la sua vocazione di solidarietà e di attenzione al miglioramento della qualità di vita; e persegue la finalità di contribuire, interpretando il senso della storia, a realizzare la pace e la comprensione tra i Popoli.

I progetti del Rotary internazionale riguardano, da alcuni anni e in maniera prioritaria, l’alfabetizzazione, l’acqua, la fame, la salute. In questi settori i successi sono stati numerosi grazie alla Fondazione Rotary che, sorta nel 1917, si è sviluppata in una delle più possenti istituzioni del mondo intese a promuovere il servizio umanitario e le buone relazioni fra tutte le Nazioni.

La Fondazione Rotary è una Associazione senza fini di lucro. Le somme versate sono utilizzate «….per, e solamente per, scopi filantropici, assistenziali, educativi o altre attività benefiche, progetti o istituzioni del Rotary Internazionale».

In tutti questi anni, attraverso i programmi realizzati soprattutto grazie al Programma 3H (Health, Hungry, Humanity), lanciato negli anni 80 in occasione del settantacinquesimo anniversario del Rotary, sono stati erogati importanti contributi per finanziare progetti destinati a combattere la fame, migliorare la salute, affermare valori umani e sociali; in definitiva, per favorire la pace nel mondo.

Se la concezione del Rotary è una concezione personalistica (in quanto tra i suoi principi di base vi è la considerazione, il rispetto e la valorizzazione della persona) essa è al tempo stesso umanitaria e sociale. In questo senso le finalità del Rotary si concretizzano e si materializzano attraverso la Fondazione, la quale è lo strumento che interpreta il sentimento di amicizia che pervade il credo rotariano e si traduce in solidarietà comune a favore della comunità di cui facciamo parte.

Il 1° luglio 2013 è entrato in vigore per tutti i Distretti il Piano di Visione Futura che ha cambiato radicalmente le modalità che in passato regolavano le attività della Fondazione.

L’adozione di questo piano ha la finalità di esemplificare programmi e procedure, di migliorare l’impiego delle risorse, di trasferire le decisioni a livello locale al fine di favorire una più ampia integrazione partecipativa, di rendere obbligatorie le regole di gestione amministrativa.

Le sovvenzioni della Fondazione Rotary finanziano, su richiesta dei Distretti, programmi educativi (squadre di formazione professionale, borse di studio) e progetti umanitari.

I progetti umanitari coniugano la volontà di servire con la volontà di contribuire alla crescita di una società civile e si collocano in sei aree di intervento (pace e prevenzione/risoluzione dei conflitti, prevenzione e cura delle malattie, acqua e strutture igienico-sanitarie, salute materna e infantile, alfabetizzazione ed educazione di base, sviluppo economico e comunitario).

Il Programma Polioplus è un programma, umanitario, costruito per migliorare la salute e dal 1985 rappresenta il progetto distintivo del Rotary.  È finalizzato alla vaccinazione contro la poliomielite e alla sua eradicazione in tutto il mondo attraverso la “mobilizzazione sociale”: settori pubblici e privati, migliaia di volontari impegnati nella campagna di vaccinazione.

Il Rotary ha iniziato la battaglia contro la poliomielite nel 1985; allora erano 350.000 le persone, soprattutto bambini, che venivano ogni anno colpite dal morbo in 125 Paesi. Il Programma fu definito Polioplus perchè faceva parte di una più vasta strategia delle cure sanitarie elementari EPI (Expanded Program on Immunization) della Organizzazione Mondiale della Sanità aventi lo scopo di migliorare la salute dei bambini e di ridurre la mortalità infantile per malattie prevenibili con la vaccinazione (oltre alla poliomielite, la difterite, la pertosse, etc.).

Il ruolo primario del Rotary è stato, fin dall’inizio, la raccolta di fondi, la sensibilizzazione e la mobilizzazione di volontari.

All’azione del Rotary in questa battaglia si sono aggiunti, a partire dal 1985, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, la Bill § Melinda Gates Foundation, l’ONU, l’UNICEF, diversi Governi.

Dal 1985 circa 2 miliardi di bambini sono stati vaccinati, con un impegno economico di 1,3 miliardi di dollari e umano di numerose ore di volontariato.

I casi di poliomielite sono diminuiti di oltre il 99%. Vi sono ancora tre Paesi in cui la diffusione del virus della poliomielite non è stato ancora arrestato: Afganistan, Nigeria e Pakistan. Questo 1% è quello più difficile da combattere per una serie di fattori: isolamento geografico, scarse infrastrutture pubbliche, conflitti armati, barriere culturali.

Il Consiglio centrale del R.I. aveva fissato il traguardo del 2005 (anno della ricorrenza del Centenario della Fondazione del Rotary) per immunizzare tutti i fanciulli del mondo e liberarli definitivamente dalla poliomielite. Le previsioni non sono state purtroppo rispettate. Oggi l’impegno per la eradicazione della poliomielite è l’obiettivo filantropico prioritario del Rotary che rappresenta l’elemento catalizzatore della Global Polio Eradication Initiative che mira a eliminare la malattia virale in tutto il mondo entro il 2018. Questa iniziativa è oggi riconosciuta in tutto il mondo come un modello esemplare di cooperazione tra il settore privato e quello pubblico nel perseguimento degli obiettivi umanitari.

Tutti i Paesi trarranno beneficio da un mondo senza poliomielite e saranno davvero al sicuro solo quando questo morbo sarà debellato. Dopo circa trenta anni il traguardo appare ora più vicino. La eradicazione completa della poliomielite dal globo terrestre è una vittoria per la salute (sarà la seconda malattia dopo il vaiolo a essere debellata per sempre).

Per questo il Presidente del Rotary internazionale, Gary C.K. Huang, ci chiama a uno sforzo ulteriore, ci sollecita a un particolare impegno.

°°°°°

Tutto questo dà significato al nostro essere insieme, è il senso della nostra appartenenza al Rotary.

La nostra partecipazione deve essere, pertanto, una partecipazione responsabile. La responsabilità deve partire da quello che ciascuno di noi fa quotidianamente per coloro che sono più vicini (il prossimo) ma deve, nell’era della globalizzazione, naturalmente rivolgersi anche a chi è lontano, a chi non conosciamo. Tutto quello che noi siamo o possediamo non è solo un privilegio da conservare ma una risorsa da condividere con gli altri.

La grande famiglia rotariana - senza frontiere, senza una cultura unica e fatta di uomini di diverse nazionalità - ha la speranza di realizzare una vita migliore per le nostre famiglie e per i nostri figli, una migliore educazione, migliori condizioni di vita e un mondo in cui tutti potranno nutrirsi.

La povertà rappresenta uno dei maggiori problemi di questa società; non si connota più per la sola mancanza di risorse finanziarie ma per un insieme di condizioni che formano “un gomitolo di pesantezza che avvolge le persone”. «Non possiamo lasciare - ha affermato p. Erny Gillen, presidente di Caritas Europa - che nessuno scivoli nella spirale della povertà e della solitudine: la questione è affidata alla responsabilità della Comunità umana». È affidata, anche attraverso i programmi della Fondazione, a noi rotariani.

E la pace, in sostanza, non potrà regnare fino a che la povertà e la fame non saranno debellate.

°°°°°

Nel Prologo alla Mia strada verso il Rotary (1948) Paul Harris si pone la domanda: Che cos’è il Rotary? «È più semplice enumerare ciò che il Rotary fa, piuttosto che dire cos’è….. Il Rotary è una forza di integrazione in un mondo dove prevalgono, anche troppo, le forze di disintegrazione. Il Rotary è il microcosmo di un mondo in pace, un modello che le Nazioni dovrebbero seguire».

 

Accendiamo, quindi, la luce del Rotary. Che illumini il percorso fino alla meta: l’intesa e la pace mondiale.

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