10 febbraio 2025 – Circolo Unione
Le sfide del giornalismo tra informazione e disinformazione
La serata di ieri, aperta da una deliziosa semiconviviale, ha toccato temi importanti per tutti. Grazie a Carlo Bartoli, Presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, e a Piero Ricci, Presidente OdG Puglia, nonché alla presenza di numerosi giornalisti e di direttori di testata, abbiamo potuto riflettere su tante questioni che sono sotto gli occhi di tutti. La prima è la rapidità di evoluzione dei media e il cambiamento che essa ha portato nell’ informazione; dopo la messa in commercio dell’i-phone nel 2006-7, tutto è cambiato. A questo si aggiungono la mancanza ormai evidente dei filtri costituiti dai grandi editori e dalle grandi testate, per una informazione che si vuole libera e liberata dalle costrizioni ma che, senza filtri, diventa imprecisa, imperfetta. Le notizie non hanno il tempo di maturare, devono essere date seduta stante, manca spesso quello che era il lavoro di redazione.
I relatori ci hanno ricordato che la qualità non può essere gratis. Ci sono delle ricette da poter proporre? La prima è quella di scegliere cosa guardare, di fidarsi delle testate e degli editori, della professionalità. Anche se una testata fosse di parte, almeno l’utente sa dove si colloca, e valuta le notizie per quel posizionamento. Inoltre, bisogna diffidare delle notizie “di pancia” ovvero di quelle che fanno appello solo alle emozioni e al sensazionalismo. La vera notizia è essenziale, dice il giusto, non il troppo, e le emozioni maturano in colui che le ascolta in modo privato ed individuale, non certo collettivo. Il cattivo giornalismo è un’arma di distrazione di massa…
I nuovi linguaggi e i nuovi mezzi di comunicazione non sono negativi di per sé, il giornalista deve comunque imparate a conviverci, ad usarli per piegarli al servizio della corretta informazione. Oggi l’informazione è frammentata, viene offerta senza un contesto. A volte gli articoli escono sul web senza neanche il nome del giornalista. E’ di fondamentale importanza non solo avere la notizia, ma anche valutare criticamente chi la dà.
Il dibattito che è seguito, e che è stato molto denso, ha portato anche in evidenza il fatto che oggigiorno è anche difficile reperire i giornali cartacei, che non si stampano più. Coloro che sono affezionati al cartaceo ne soffrono…
Insomma, l’impressione è che ci troviamo in un momento di snodo, di grande cambiamento. Bisogna parlarsi davvero per un confronto, perché il patto di fiducia che lega noi utenti ai giornalisti, che hanno rivelato grandi questioni nel corso dei decenni, hanno rischiato la vita e sono morti per informare, non venga meno. Perché è fondamentale per la democrazia e per la crescita collettiva della