10 Febbraio 2020 “Mediterraneo: orizzonti di pace e identità diverse”
È ben presente alla nostra mente, e ai nostri cuori, l'immagine che quotidianamente i media ci restituiscono: quella di barconi, più o meno "di fortuna", carichi di esseri umani, diretti verso le nostre coste. Vite sconosciute, portatrici di racconti a volte tragici, sempre difficili. Non ha importanza come ciascuno di noi la pensi al riguardo, e ancora meno contano le correnti politiche in materia; quel che non si può negare è che il fenomeno migratorio rappresenta un'emergenza da affrontare con serietà e umanità, un'emergenza che non può essere trascurata e, tanto meno, utilizzata a fini propagandistici.
Ancora una volta il Rotary Club Bari Sud si è dimostrato attento alle tematiche di più stretta attualità, dedicando a tale questione la serata del 10 febbraio, presso il Palace Hotel, dal titolo "Mediterraneo: orizzonti di pace e identità diverse".
A catturare l'attenzione dei presenti, come da tradizione, sono intervenuti illustri relatori. Il primo ad aprire il dibattito è stato il Dott. Filippo Maria Boscia, Presidente AMCI (Associazione Medici Cattolici Italiani); attraverso alcune immagini molto toccanti, egli ha ricostruito la storia del Mediterraneo, da millenni la distesa d'acqua più percorsa da diversi popoli e per le motivazioni più svariate (economiche, culturali, etc.). "In medio terrae", un mare fra le terre, o "Mare nostrum", il nostro mare, il Mediterraneo è stato a lungo considerato quasi un lago chiuso a Ovest dalle Colonne d'Ercole, simbolici baluardi a difesa del mondo sconosciuto.
Oggi esso, citando le parole dello stesso dott. Boscia, è "considerato il più grande cimitero liquido, che ospita migliaia di vittime delle migrazioni", pur restando una "regione aperta sulle rotte che suggellano il pacifico incontro tra popoli diversi". Ed è a questi fondamentali valori che egli si ispira nella sua ricca e appassionante relazione, ribadendo l'importanza di parlare del Mediterraneo in un'ottica di cultura di pace e cooperazione, tesa a sfatare il pericoloso mito della "invasione delle nostre coste".
Si deve, dunque, parlare di una fusione di "più mari", di una molteplicità di diversi "Mediterranei", dal punto di vista geografico e politico, così come culturale e religioso, al fine di tutelare il valore alto della Umanità. Valore al quale ha dedicato il suo appassionato intervento la prof.ssa Santa Fizzarotti Selvaggi; la pienezza dell'Umanità che "non si basa sulla forza, bensì sull'integrazione e sul rispetto delle differenze".
È in questa direzione che il Mediterraneo gioca un ruolo strategico di incontro fra i popoli, di dialogo costante e continuo, in un abbraccio simbolico che non può venire mai meno.
Francesco Giordano