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Programma Febbraio 2017

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20-12-2016 - "Scambio auguri"

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Programma Gennaio 2017

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06-12-2016 - "Visita del Governatore"

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28-11-2016 - "Madre Teresa"

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Programma Dicembre 2016

Programma Novembre 2016

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04-11-2016 - "Arte e Scienza"

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Sostenitori del Club

Sostenitori del Club

Il Rotary non deve fare beneficenza, ma deve rimuovere le cause che rendono necessaria la beneficenza.

(PAUL HARRIS)

Il Rotary offre l’opportunità di servire nei modi e negli ambiti in cui ognuno è più propenso. Il potere di un’azione combinata non conosce limiti.

(PAUL HARRIS)

IL CLUB ROTARY BARI SUD È IMPEGNATO NELLA CONTINUA REALIZZAZIONE DI SERVICE A SOSTEGNO DEL TERRITORIO.

IN COERENZA CON QUESTA MISSION SI AVVALE DELLA COLLABORAZIONE E DELL'AIUTO DI PARTNERS PER CONSENTIRE UN SEMPRE MAGGIOR NUMERO E UNA SEMPRE MAGGIORE EFFICACIA NEI SERVICE.

 

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“Rotary Day: 110 al servizio dell’umanità”

In occasione del 110° anniversario della fondazione del Rotary International i cinque Clubs Metropolitani hanno organizzato lunedì 23 febbraio 2015, presso il Circolo Unione di Bari, una riunione celebrativa impreziosita dalla relazione di altissimo profilo tenuta dal Prof. Riccardo Giorgino, Past Governatore e Presidente dei PDG del Distretto 2120. Antonella Calderazzi, Presidente del Rotary Club Bari, ha salutato tutte le Autorità rotariane, i PDG Ranieri, Volpe, Titta De Tommasi, Mario Greco, Renato Cervini, il Segretario distrettuale Vito Valente, Lino Pignataro, Assistente del Governatore, i Presidenti dei Clubs baresi che sedevano al tavolo del Relatore, i Ragazzi del Rotaract e dell’Interact, tutti i Soci e i numerosi Ospiti intervenuti. La parola è subito passata all’Illustre Relatore che, per carriera professionale e qualità morali di gradissimo livello, è stato sapientemente introdotto e presentato dalla Presidente Calderazzi quale Stella Polare del Sodalizio.

Di seguito viene pubblicato integralmente il testo della relazione del Prof. Giorgino di contenuti elevati e significativi, atti a sottolineare la storia e l’operato di servizio del Rotary in tutto il pianeta.

 

 

“Il Rotary a 110 Anni dalla Nascita: tra idealità e iniziative filantropiche”

Riccardo Giorgino relatore

La ricorrenza dell’anniversario della nascita del Rotary (110 anni dalla fondazione) offre la occasione per un richiamo ai principi che ne sono a fondamento e per rinnovare l’impegno a testimoniarli quotidianamente nella vita.

La conoscenza della sua storia e dei successi conseguiti serve a rinvigorire il nostro entusiasmo e la nostra partecipazione alle attività del Club, del Distretto, del Rotary internazionale nel suo complesso.

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Innanzitutto, un preciso riferimento al tempo in cui il Rotary nacque e allo spirito e alle motivazioni per cui ebbe vita.

Nel 1896 Paul Harris iniziò ad esercitare la professione di avvocato a Chicago.

Il momento storico era tra i più delicati: si erano appena spenti i bagliori della guerra di secessione che avevano illuminato sinistramente la storia americana; negli agglomerati urbani e rurali l’uomo viveva al ritmo delle macchine chiuso negli opifici, nelle aziende, nelle fabbriche; i sentimenti venivano sacrificati sull’altare del successo e del benessere; si andava affermando una borghesia assetata di potere. Scopo della vita era emergere, farsi una posizione; l’avere prevaleva sull’essere; quello che contava era il profitto ad ogni costo, anche calpestando i diritti altrui. Una solitudine profonda avvolgeva gli uomini e soffocava tutti gli aneliti dell’anima.

Paul aveva ricevuto in famiglia nel New England, nella valle del Vermont in casa dei nonni, una formazione limpida e rigorosa; forti erano in lui l’amore per la vita e per il prossimo, l’importanza dell’istruzione, il perseguire nobili ideali. Aveva imparato da ragazzo a essere tollerante nei confronti di tutte le fedi religiose e politiche, a non essere troppo critico verso le opinioni degli altri, qualunque esse fossero. Sentiva la solitudine, avvertiva un grande bisogno di amicizia.

Nell’estate del 1900 Paul Harris fu invitato a pranzo da un amico avvocato che abitava a Roger Park, alla periferia di Chicago. Durante una passeggiata pomeridiana entrarono in diversi magazzini e negozi di vario genere e, ad ogni visita, il suo amico lo presentò al proprietario. Rimase molto colpito dal fatto che il suo ospite aveva, tra i commercianti del quartiere, molti amici che chiamava per nome. Egli, invece, con i suoi clienti aveva soltanto rapporti di lavoro, ma non relazioni cordiali stabili; si chiese se non si fosse potuta instaurare anche con loro, o almeno con alcuni di essi, una relazione amichevole duratura.

In lui si fece strada l’idea di uno strumento che confortasse la solitudine e fosse foriero di bene. Perché non creare nella grande Chicago un’associazione che raggruppasse persone di diverse professioni, senza restrizione di fede religiosa o idee politiche, in un assoluto rispetto delle idee altrui? Chi doveva farne parte?

Pensò a un gruppo di uomini di affari legati dall’amicizia che si sarebbero aiutati reciprocamente e pensò anche che a ciascuno sarebbe derivato un particolare vantaggio dal fatto di essere l’unico rappresentante della propria attività commerciale o professionale. Una cosa era certa: tutti dovevano avere la propensione all’amicizia.

Non agì di impulso; passarono mesi e persino anni. Il periodo di gestazione fu di cinque anni.

Alla fine, la sera del 23 febbraio del 1905, organizzò un incontro con tre giovani uomini di affari. Erano presenti i suoi amici: Sylvester Schiele, commerciante di carbone, Gustav E. Loehr, ingegnere minerario, e Hiram E. Shorey, sarto. La riunione si svolse nell’ufficio di Loehr, la stanza 711 dell'Unity Building di Chicago.

La riunione fu vivacizzata dal racconto di esperienze personali. Paul Harris spiegò gli scopi generali del suo progetto: cooperazione reciproca e amicizia informale, come quella che tutti avevano vissuto nei rispettivi villaggi di origine.

Schiele fu eletto primo presidente.

Nacque così, nel 1905 a Chicago, una delle prime organizzazioni di servizio della storia: non per «rappresentare la società dal punto di vista sociale, religioso o razziale», scrive Paul Harris, ma per affermare il grande valore dell’essere insieme, in una Società che tendenzialmente migrava verso l’individualismo, per diffondere elevati standard etici e promuovere la comprensione, la solidarietà, la pace.

Nella seconda riunione fu presentato Harry Rugles, lo stampatore che svolse un ruolo importante nel Club di Chicago; fu sua la proposta che si cantassero gli inni prima della riunione.

Durante il terzo incontro Paul Harris suggerì diversi nomi possibili per il nuovo Club. Il termine Rotary incontrò il favore unanime dal momento che gli incontri si tenevano a rotazione in diversi hotel e ristoranti; e fu adottato.

Il progetto originario del Club prevedeva la rotazione dei luoghi di riunione, della presidenza e perfino dei soci. Questi potevano essere iscritti soltanto per un anno (questa disposizione fu un espediente per assicurare la frequenza; si ritenne che l’interesse per il Club sarebbe rimasto costante se la continua appartenenza fosse stata assicurata dalla reiscrizione). I soci venivano multati di 50 cent per la mancata partecipazione alle riunioni e non venivano prese in considerazione giustificazioni. Il ricavato delle multe servì a pagare tutte le spese di gestione del Club. Fu deciso, altresì, il logo rotariano: una ruota dentata come simbolo dell'attività professionale.

I primi quattro rotariani provenivano da diverse Nazioni, appartenevano a diverse confessioni religiose e rappresentavano diverse professioni. Perché?

L’appartenenza limitata ad un solo rappresentante di ogni mestiere o professione avrebbe contribuito, secondo Paul Harris, a «formare una comunanza congeniale fra gli appartenenti, non avrebbe suscitato gelosie professionali, avrebbe incoraggiato l’assistenza reciproca, stimolato l’orgoglio per la propria occupazione e allargato la propria mente e la solidarietà nei confronti della realtà, dei successi e dei problemi di altre occupazioni».

«Ogni rotariano - diceva - rappresenta un anello di congiunzione tra l’idealismo del Rotary e il suo mestiere o la sua professione». L’appartenenza al Rotary impone, infatti, l’obbligo di farsi portavoce degli ideali e dei principi del Rotary, di diffonderli e farli accettare da tutti coloro che svolgono, al di fuori del Rotary, la stessa professione contribuendo in tal modo a realizzare più alti standard professionali.

Alla fine del 1905 i soci del primo Rotary Club erano diventati 30. Nello stesso anno l'aiuto per le persone meno fortunate venne ritenuto un'importante finalità della vita rotariana. Curiosa è la prima attività benefica intrapresa: la costruzione di un servizio igienico pubblico sulla piazza del municipio di Chicago.

Dopo che il Club di Chicago ebbe raggiunto un notevole sviluppo, all’inizio del terzo anno Paul Harris fu designato alla presidenza. Iniziò il lavoro con tre distinti obiettivi: incrementare la crescita del Club di Chicago, estendere il movimento ad altre città, aggiungere agli obiettivi del Club anche quello del servizio di pubblico interesse.

Tra il 1905 e il 1910 sorsero negli Stati Uniti molti altri Club rotariani.

Fu deciso allora di raggruppare i Club esistenti in un Organismo che non soltanto si sarebbe fatto carico di espandersi ulteriormente, ma avrebbe altresì curato lo scambio di informazioni tra i Club. Ogni Rotary Club adottò le proprie deliberazioni e si stabilì che queste venissero discusse in una Convention finalizzata al rafforzamento dell’Organizzazione e al sostentamento di una Associazione nazionale dei Rotary Club col vincolo del sostegno morale e finanziario.

Il 15 agosto del 1910 ebbe luogo a Chicago il primo Congresso del Rotary; alla fine di tre giorni Paul Harris venne eletto Presidente della nuova Organizzazione e con lui fu eletto un Comitato centrale di nove dirigenti in rappresentanza di altrettanti Club. Paul Harris fu rieletto Presidente nella seconda Convention svoltasi a Portland, nell’Oregon, nel 1911. E anche nel secondo anno di presidenza si dedicò alla espansione piuttosto che alla elaborazione di una filosofia più compiuta del movimento. Nel 1912, alla terza Convention di Duluth nel Minnesota, abbandonò la sua creatura al suo successore; si era reso conto che le energie stavano per esaurirsi. Continuò tuttavia ad occuparsi delle vicende del Rotary, a studiare le possibilità di espansione, a scrivere ogni tanto articoli e a “servire” nel modo più discreto possibile.

Nel 1911 entra, nella definizione del Rotary il termine servire (service) con le sue implicazioni e il suo significato e la definizione viene modificata in “organizzazione di uomini di affari e di professionisti al servizio degli altri”.

Il concetto originario del Rotary è stato in seguito ampliato con una vera e propria formulazione dei suoi ideali e dei suoi obiettivi, ma quello dell’amicizia intima e informale resta l’ elemento vitale della sua struttura.

Questa è la storia del perché e del quando.

Dal 1905 a oggi il Rotary è cresciuto nella sua dimensione e nella sua articolazione.

Nel 1912 nacque il primo Rotary Club al di fuori degli USA a Winnipeg (Manitoba, Canada); seguì nel 1917 l’istituzione di un Fondo di dotazione, precursore della Fondazione Rotary; nel 1922 il nome venne cambiato in Rotary International in quanto si erano costituiti Club Rotary nei cinque Continenti; nel 1933 fu formulata dal Rotariano di Chicago Herbert J. Taylor la “prova delle 4 domande”; nel 1945 la Carta delle Nazioni Unite a San Francisco (California, USA) venne redatta con il contributo di quarantanove Rotariani (i Rotariani sono stati non solo testimoni ma anche, in alcuni casi, protagonisti dei principali eventi della storia!); nel 1962 fu costituito il primo Club Interact a Melbourne (Florida, USA) e nel 1968 il primo Club Rotaract a Charlotte (Carolina del Nord, USA); nel 1989 il Consiglio di Legislazione, in un mondo nel quale le professioni erano quasi esclusivamente riservate agli uomini, aprì il Rotary alle donne (oggi rappresentate per il 19,65% nel Mondo, in Italia per il 13,94%). Dopo il crollo del muro di Berlino e la dissoluzione dell'Unione Sovietica sono stati fondati numerosi Rotary Club nell'Europa orientale e centrale, tra cui il primo Club russo, costituito nel 1990.

La cronologia dell’espansione del Rotary è senz’altro uno dei capitoli più interessanti della sua storia, ma bisogna dire che lo sviluppo dei suoi ideali e delle sue attività è andato di pari passo. I fatti hanno sempre preceduto le parole. Solo dopo che il Rotary aveva reso servizi in un’infinità di forme diverse, la parola “servire” , con tutti i suoi vari significati ed implicazioni, è stata scritta nel piano del Rotary.

Oggi il Rotary è presente in circa 200 paesi e regioni geografiche, i Club sono oltre 34.739 (in Italia 838) e i Distretti 538 raggruppati in 34 Zone. La nostra organizzazione conta oggi 1.216.439 milioni di soci.

Da un gruppo locale, riunitosi nella città di Chicago con scopi di mutua assistenza ed amicizia, il Rotary è ormai diventato un’organizzazione di ampiezza internazionale e di indiscutibile nobiltà di intenti.

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Due i percorsi seguiti dal Rotary fino dalla fondazione: quello delle idealità, cioè dei valori, e quello filantropico.

Lo stile di vita che il Rotary definisce è fondato principalmente su due valori: l’amicizia e l’etica professionale.

L’amicizia è «una forza evangelizzante, la roccia su cui è stato costruito il Rotary - diceva Paul Harris. Non è pensabile che l’amicizia possa trovare limite nei confini di una nazione, di una fede religiosa o di un credo politico; l’amicizia amplia gli orizzonti e rende dolce la vita».

L’amicizia raggiunge il più alto livello nel Rotary quando due persone, accomunate in un’unica causa, generano, insieme, felicità per gli altri. In questo senso “l’io e il tu” si incontrano e diventano un “noi” solidale, unanime e fraterno.

Il Rotary si fonda sui valori della amicizia per realizzare la principale finalità: il servire.

Fin dalla fondazione Paul Harris cercò di affrontare il problema etico. Nel primo numero di The Rotarian scrisse un suo vero e proprio manifesto del rotarianismo, intitolato “Rational Rotarianism” in cui fa chiarezza sulla conflittualità che si era creata tra i soci dei Club per la mescolanza degli affari con le attività civiche e la buona amicizia.

Anche i motti rotariani proposti in quegli anni risentono un po’ di questa conflittualità. He profit most who serves best fu il motto creato da Arthur Frederich Sheldon durante la Convention di Portland (Oregon) del 1911 ad indicare, anche se può sembrare strano, che chi si adopera al meglio al servizio degli altri può trarne il massimo beneficio per sé stesso. Nella stessa Convention, tuttavia, Paul Harris invitò sul palco Frank Collins, presidente del Rotary club di Minneapolis, che propose, tra l’entusiasmo dei presenti, il motto del suo Club Service, not self che diventò poi, con qualche modifica nella Convention del 1950 a Detroit, Service above self.

Il service above self impone, per servire la Società, di improntare la propria attività professionale a un’etica che non privilegi mai l’interesse personale.

«Il Rotary, scriveva ancora Paul Harris, non è una religione, né un surrogato della religione.  È nato dagli impulsi religiosi nella vita moderna, specialmente nel mondo degli affari e nelle relazioni internazionali. Nell’arco della mia vita, le pratiche negli affari sono cambiate e l’influenza del Rotary è stata avvertita in modo particolare in questo campo».

Di qui la finalità di «informare ai principi della più alta rettitudine la pratica degli affari e delle professioni, riconoscere la dignità di ogni occupazione utile e far sì che essa venga esercitata nella maniera più degna quale mezzo per servire la società».

Il to serve deve coniugarsi con l’attenzione al contesto umano e geografico nel quale ciascun Club, e ciascuno di noi, opera. Il servizio alla Comunità e il continuo sforzo di soluzione di problemi irrisolti e sempre più urgenti deve impegnare la vita dei Club e di ciascun rotariano.

Nel Congresso del 1915 a San Francisco, fu adottato un codice di Etiche Deontologiche Professionali; in seguito furono tenuti incontri riguardanti lo sviluppo di standard e di conoscenze basate su tale codice.

Nel 1943 i rotariani ebbero uno strumento che li aiutò a raggiungere gli obiettivi della azione professionale allorchè il Consiglio di Amministrazione del R.I. approvò, il codice etico denominato 4-way test, elemento primario dell’ideale di azione rotariana.

The 4-way test (prova delle quattro domande) fu ideato da Herbert J. Taylor, un rotariano di Chicago (che divenne Presidente del Rotary internazionale nel 1954-55).

La intuizione di Taylor è del 1932 e il testo nella sua formulazione attuale è stato adottato dal Rotary internazionale nel 1943.

- ciò che penso, dico, faccio risponde a verità? (filosofia della trasparenza),

- è giusto per tutte le persone coinvolte? (logica imprenditoriale),

- contribuirà a creare un clima di benevolenza e amicizia? (amicizia),

- sarà utile per tutte le persone coinvolte? (competenza professionale)

Il test non dà risposte; pone domande a ciascuno di noi. La risposta che noi diamo consente di migliorarci continuamente come genitori, come amici, come cittadini se applichiamo il test non solo nelle relazioni professionali ma anche a casa, nella società, nella comunità in cui viviamo. La domanda è se quello che facciamo nella nostra vita di lavoro, quello che diamo nei nostri rapporti con gli altri è tutto quello che è possibile fare o dare con calore umano o non è soltanto pratica di routine.

Da questa configurazione della azione professionale discendono due momenti: quello della “responsabilità” di ciascuno di noi nei confronti della Società e quello della “soggettività sociale” del Rotary, ovvero l’essere noi un unico soggetto che lavora per la Comunità.

Nel corso degli anni (1928, 1954, 1989, 1998, 2004) sono stati proposti numerosi codici etici che a volte hanno creato situazioni di crisi con altre istituzioni (nel 1928 con la Chiesa di Roma che si affiancò al Fascismo nel determinare la chiusura dei Club Rotary in Italia!).

In sostanza, tutti caratterizzano la divisa morale che dovrebbe guidare ogni rotariano: il distintivo che portiamo sul risvolto della nostra giacca non sia tanto quello della appartenenza, ma quello della testimonianza della nostra particolare e specifica attitudine al servizio, individuale e associativo.

L’ideale (rotariano) del servire inteso come motore e propulsore di ogni attività sopravvive per la solidità dei suoi valori: amicizia-solidarietà, etica e responsabilità nella pratica degli affari e delle professioni.

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Il Rotary si è affacciato al XXI secolo con un rinnovato impegno nel far fronte ai bisogni della società.

Fin dalla sua fondazione si è impegnato nella difesa dei diritti dell’uomo (contenuti nella Dichiarazione della Assemblea delle Nazioni Unite del 1948) con progetti che concretizzano la sua vocazione di solidarietà e di attenzione al miglioramento della qualità di vita; e persegue la finalità di contribuire, interpretando il senso della storia, a realizzare la pace e la comprensione tra i Popoli.

I progetti del Rotary internazionale riguardano, da alcuni anni e in maniera prioritaria, l’alfabetizzazione, l’acqua, la fame, la salute. In questi settori i successi sono stati numerosi grazie alla Fondazione Rotary che, sorta nel 1917, si è sviluppata in una delle più possenti istituzioni del mondo intese a promuovere il servizio umanitario e le buone relazioni fra tutte le Nazioni.

La Fondazione Rotary è una Associazione senza fini di lucro. Le somme versate sono utilizzate «….per, e solamente per, scopi filantropici, assistenziali, educativi o altre attività benefiche, progetti o istituzioni del Rotary Internazionale».

In tutti questi anni, attraverso i programmi realizzati soprattutto grazie al Programma 3H (Health, Hungry, Humanity), lanciato negli anni 80 in occasione del settantacinquesimo anniversario del Rotary, sono stati erogati importanti contributi per finanziare progetti destinati a combattere la fame, migliorare la salute, affermare valori umani e sociali; in definitiva, per favorire la pace nel mondo.

Se la concezione del Rotary è una concezione personalistica (in quanto tra i suoi principi di base vi è la considerazione, il rispetto e la valorizzazione della persona) essa è al tempo stesso umanitaria e sociale. In questo senso le finalità del Rotary si concretizzano e si materializzano attraverso la Fondazione, la quale è lo strumento che interpreta il sentimento di amicizia che pervade il credo rotariano e si traduce in solidarietà comune a favore della comunità di cui facciamo parte.

Il 1° luglio 2013 è entrato in vigore per tutti i Distretti il Piano di Visione Futura che ha cambiato radicalmente le modalità che in passato regolavano le attività della Fondazione.

L’adozione di questo piano ha la finalità di esemplificare programmi e procedure, di migliorare l’impiego delle risorse, di trasferire le decisioni a livello locale al fine di favorire una più ampia integrazione partecipativa, di rendere obbligatorie le regole di gestione amministrativa.

Le sovvenzioni della Fondazione Rotary finanziano, su richiesta dei Distretti, programmi educativi (squadre di formazione professionale, borse di studio) e progetti umanitari.

I progetti umanitari coniugano la volontà di servire con la volontà di contribuire alla crescita di una società civile e si collocano in sei aree di intervento (pace e prevenzione/risoluzione dei conflitti, prevenzione e cura delle malattie, acqua e strutture igienico-sanitarie, salute materna e infantile, alfabetizzazione ed educazione di base, sviluppo economico e comunitario).

Il Programma Polioplus è un programma, umanitario, costruito per migliorare la salute e dal 1985 rappresenta il progetto distintivo del Rotary.  È finalizzato alla vaccinazione contro la poliomielite e alla sua eradicazione in tutto il mondo attraverso la “mobilizzazione sociale”: settori pubblici e privati, migliaia di volontari impegnati nella campagna di vaccinazione.

Il Rotary ha iniziato la battaglia contro la poliomielite nel 1985; allora erano 350.000 le persone, soprattutto bambini, che venivano ogni anno colpite dal morbo in 125 Paesi. Il Programma fu definito Polioplus perchè faceva parte di una più vasta strategia delle cure sanitarie elementari EPI (Expanded Program on Immunization) della Organizzazione Mondiale della Sanità aventi lo scopo di migliorare la salute dei bambini e di ridurre la mortalità infantile per malattie prevenibili con la vaccinazione (oltre alla poliomielite, la difterite, la pertosse, etc.).

Il ruolo primario del Rotary è stato, fin dall’inizio, la raccolta di fondi, la sensibilizzazione e la mobilizzazione di volontari.

All’azione del Rotary in questa battaglia si sono aggiunti, a partire dal 1985, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, la Bill § Melinda Gates Foundation, l’ONU, l’UNICEF, diversi Governi.

Dal 1985 circa 2 miliardi di bambini sono stati vaccinati, con un impegno economico di 1,3 miliardi di dollari e umano di numerose ore di volontariato.

I casi di poliomielite sono diminuiti di oltre il 99%. Vi sono ancora tre Paesi in cui la diffusione del virus della poliomielite non è stato ancora arrestato: Afganistan, Nigeria e Pakistan. Questo 1% è quello più difficile da combattere per una serie di fattori: isolamento geografico, scarse infrastrutture pubbliche, conflitti armati, barriere culturali.

Il Consiglio centrale del R.I. aveva fissato il traguardo del 2005 (anno della ricorrenza del Centenario della Fondazione del Rotary) per immunizzare tutti i fanciulli del mondo e liberarli definitivamente dalla poliomielite. Le previsioni non sono state purtroppo rispettate. Oggi l’impegno per la eradicazione della poliomielite è l’obiettivo filantropico prioritario del Rotary che rappresenta l’elemento catalizzatore della Global Polio Eradication Initiative che mira a eliminare la malattia virale in tutto il mondo entro il 2018. Questa iniziativa è oggi riconosciuta in tutto il mondo come un modello esemplare di cooperazione tra il settore privato e quello pubblico nel perseguimento degli obiettivi umanitari.

Tutti i Paesi trarranno beneficio da un mondo senza poliomielite e saranno davvero al sicuro solo quando questo morbo sarà debellato. Dopo circa trenta anni il traguardo appare ora più vicino. La eradicazione completa della poliomielite dal globo terrestre è una vittoria per la salute (sarà la seconda malattia dopo il vaiolo a essere debellata per sempre).

Per questo il Presidente del Rotary internazionale, Gary C.K. Huang, ci chiama a uno sforzo ulteriore, ci sollecita a un particolare impegno.

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Tutto questo dà significato al nostro essere insieme, è il senso della nostra appartenenza al Rotary.

La nostra partecipazione deve essere, pertanto, una partecipazione responsabile. La responsabilità deve partire da quello che ciascuno di noi fa quotidianamente per coloro che sono più vicini (il prossimo) ma deve, nell’era della globalizzazione, naturalmente rivolgersi anche a chi è lontano, a chi non conosciamo. Tutto quello che noi siamo o possediamo non è solo un privilegio da conservare ma una risorsa da condividere con gli altri.

La grande famiglia rotariana - senza frontiere, senza una cultura unica e fatta di uomini di diverse nazionalità - ha la speranza di realizzare una vita migliore per le nostre famiglie e per i nostri figli, una migliore educazione, migliori condizioni di vita e un mondo in cui tutti potranno nutrirsi.

La povertà rappresenta uno dei maggiori problemi di questa società; non si connota più per la sola mancanza di risorse finanziarie ma per un insieme di condizioni che formano “un gomitolo di pesantezza che avvolge le persone”. «Non possiamo lasciare - ha affermato p. Erny Gillen, presidente di Caritas Europa - che nessuno scivoli nella spirale della povertà e della solitudine: la questione è affidata alla responsabilità della Comunità umana». È affidata, anche attraverso i programmi della Fondazione, a noi rotariani.

E la pace, in sostanza, non potrà regnare fino a che la povertà e la fame non saranno debellate.

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Nel Prologo alla Mia strada verso il Rotary (1948) Paul Harris si pone la domanda: Che cos’è il Rotary? «È più semplice enumerare ciò che il Rotary fa, piuttosto che dire cos’è….. Il Rotary è una forza di integrazione in un mondo dove prevalgono, anche troppo, le forze di disintegrazione. Il Rotary è il microcosmo di un mondo in pace, un modello che le Nazioni dovrebbero seguire».

 

Accendiamo, quindi, la luce del Rotary. Che illumini il percorso fino alla meta: l’intesa e la pace mondiale.

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La prevenzione dell’ictus: "Why Rotary No-ictus screening Program"

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Tutela dell'ambiente vista dai ragazzi

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Service "Tutela dell'ambiente vista dai ragazzi"

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Festa degli Auguri di Natale

 

 

Il 22 dicembre 2014, presso Villa Romanazzi Carducci, si è svolta la festa degli auguri del Rotary Club Bari Sud in un clima di grande cordialità, serenità e speranza. Tanti i Soci e gli Ospiti presenti, accompagnati da figli e parenti, per condividere una festa tradizionalmente dedicata alla famiglia.

 

Il Presidente Francesco D’Alessandro, dopo gli onori alle bandiere, e le informazioni di Club del Segretario Gennaro Ranieri, ha introdotto la serata, ringraziando per la loro presenza e partecipazione tutte le  Autorità Rotariane, nonché tutti gli Ospiti e Signore presenti.

La Festa degli Auguri in occasione del Santo Natale, insieme alle Famiglie, è uno dei momenti di incontro più importante dell’annata  rotariana ed è certamente l’occasione più propizia per le riunioni  familiari.

Francesco D’Alessandro ha presentato alla platea numerosa e molto partecipata il prossimo Direttivo per l’a.r. 2015-2016 e il Service in corso di svolgimento “Tutela dell’ambiente vista dai ragazzi”.

Inoltre, a testimonianza della grande attenzione e sensibilità che il Rotary Club Bari Sud da sempre pone alle problematiche del territorio, il contributo che per consuetudine veniva destinato alla consegna di doni a tutti i partecipanti della festa degli auguri è stato giustamente impiegato per la realizzazione di un altro Service: sono stati donati alla scuola secondaria di primo grado “Dante Alighieri” di Modugno alcuni degli strumenti musicali che precedentemente erano stati rubati da ignoti.

 

Gli alunni e i docenti che hanno ricevuto i doni rotariani, a ringraziamento e apprezzamento del gesto, hanno deliziato la platea con un piccolo concerto e l’esecuzione di brani musicali natalizi.

 

 

A questo punto il Presidente ha ringraziato l’Ospite-Relatore di particolare riguardo, Don Mario Persano, cui è stata consegnata la tradizionale offerta del Club a favore delle persone in difficoltà che vivono in zone periferiche di Bari.

 

Don Mario Persano insegna Pedagogia Generale e Sociale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia,  corso di  Laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive (dopo essere stato per lunghi anni docente di Storia e Filosofia nei Licei), è il parroco della chiesa San Nicola a Carbonara, quartiere periferico di Bari, molto attivo sul territorio, ha avviato una serie di attività al servizio dei parrocchiani come l’ambulatorio pediatrico per i bimbi da 6 a 18 mesi, la mensa per i poveri e un centro di ascolto e di dopo-scuola pomeridiano per i ragazzi.

 

Don Mario ha preso la parola per una breve e toccante riflessione religiosa sul Santo Natale e per sottolineare l’importanza della vita, della ricerca di sé e della relazione con il mondo, come percorso di crescita culturale ed umana, che trae inizio dalla ricerca della bellezza come ricerca del Vero.

 

Un breve e importante saluto di auguri anche da parte dell’Assistente del Governatore Lino Pignataro, anche a nome dello stesso Governatore Luigi Palombella, che ha voluto ribadire in questa bellissima serata l’importanza del forte legame di amicizia tra i soci che tende sempre alla solidarietà verso il prossimo in difficoltà.

Alla fine dell’ottima cena, curata dalla sempre cordiale e attentissima Signora Giovanna, il Presidente Francesco D’Alessandro ha congedato tutti i presenti con gli auguri natalizi e con quelli per un sereno 2015.

Carmen Russo

 

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La bellezza del Natale

Festa degli Auguri di Natale - Don Mario Persano

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I viaggi di Gulliver… con il Rotary

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"Il Sistema Abreu, la musica che salva. Un’Orchestra sinfonica alla Scuola Media Corridori"

Nella calda saletta del Palace Hotel – nostra sede abituale - questa sera un evento speciale, entusiasmante per molti versi, e certamente indimenticabile. Dopo un breve aperitivo rinforzato, il Presidente Francesco D’Alessandro ha aperto la serata col tocco lieve della campana. Notizie di segreteria comunicate all’oramai “”INEGUAGLIABILE”” – sotto molti aspetti – ma necessari alcune volte a smorzare i toni austeri delle riunioni rotariane, del Segretario Gennaro Ranieri.

Successivamente il Presidente ha presentato l’illustre Ospite e Relatore, M° Francesco D’Orazio, passandogli subito la parola.

Chi non è stato presente non ha potuto godere del progressivo piacere che ha pervaso tutti nel sentire il… “RACCONTO”… del M° D’Orazio.

L’assoluto silenzio ha sottolineato l’importanza e fascino dell’argomento; entusiasmante ed insieme commovente, quando e soprattutto si parla di bambini, e di bambini ultimi sulla Terra.

Ecco un’ampia sintesi del tema che è stato esposto fornitoci dallo stesso Relatore, che ancora ringraziamo.

‘EL SISTEMA’ IN VENEZUELA

 

Su iniziativa del Maestro José Antonio Abreu – direttore d’orchestra, ex Ministro della Cultura, candidato al Premio Nobel per la Pace - nasce circa 40 anni fa in Venezuela El Sistema de las Orquestas Juveniles e Infantiles allo scopo di creare un sistema integrato di educazione musicale pubblica, diffusa e capillare, che garantisca l’accesso gratuito e libero ai bambini di ogni ceto sociale.

El Sistema, che riunisce in 180 orchestre 350.000 bambini e ragazzi provenienti dai barrios più poveri del Venezuela, spesso con disabilità fisiche o psichiche, «mira ad organizzare sistematicamente l’educazione musicale e a promuovere la pratica collettiva della musica attraverso orchestre sinfoniche e cori come mezzo di organizzazione e sviluppo della comunità» (Fesnojiv).

Gustavo Dudamel, Diego Matheuz, Cristian Vàsquez, Dietrich Paredes sono alcuni dei celebri direttori d’orchestra che, formatisi grazie a El Sistema, testimoniano il grande valore di questa esperienza che si sta ormai affermando in tutto il mondo, dall’America Latina agli Stati Uniti, all’Asia, alla Nuova Zelanda e in gran parte dell’Europa.

 

IL SISTEMA DELLE ORCHESTRE E DEI CORI GIOVANILI E INFANTILI IN ITALIA

La musica in quanto efficace strumento di integrazione culturale e sociale e come modalità per lo sviluppo delle intelligenze dell’essere umano è la concezione alla base del Sistema delle Orchestre e dei Cori Giovanili e Infantili Onlus che, promosso da Federculture e dalla Scuola di Musica di Fiesole, nasce in Italia il 10 dicembre 2010 sull’esempio venezuelano. Il Sistema è’ presieduto da Roberto Grossi e ne sono Presidenti Onorari Claudio Abbado e José Antonio Abreu.

Volto ad offrire a livello nazionale l’opportunità di accesso gratuito all’educazione musicale per un numero sempre maggiore di bambini e ragazzi italiani – in particolare tra coloro che vivono in situazioni di disagio economico, fisico e sociale – il Sistema attiva, riconosce e sostiene le orchestre e i cori i cui scopi e le cui modalità didattiche si ispirino agli alti valori etici definiti anche nell’accordo siglato tra il Comitato italiano e quello venezuelano.

Nella nostra Puglia sono già 5 le città nelle quali operano in modo brillante “SISTEMA DI ORCHESTRE”

Una serie di interventi, hanno confermato l’ottima riuscita della “serata” con una platea partecipata, attiva e vivace.

 

A questo punto il Maestro D’Orazio ha eseguito di J.S. Bach , la Ciaccona in Re minore, BWV 1004.

 

La Ciaccona (Chaconne) per violino solo è il massimo monumento eretto da Bach ad una forma musicale diffusa in tutta Europa nei secoli XVII e XVIII., derivante da movimenti di danza di probabile origine iberica, strutturata come una catena di variazioni su un semplice basso in ritmo ternario. Le linee di demarcazione tra di loro sono labili e controverse. Eppure la Ciaccona si rivolge al violino, strumento eminentemente melodico e per sua natura non in grado di supportare da solo una parte di basso e di realizzare armonie.

Lunghi applausi hanno coronato, concluso e sigillato in modo indelebile la “serata” del nostro Club Bari Sud; uno splendido esempio di Service da non dimenticare, e che caldamente raccomandiamo ai futuri Presidenti.

 

Prima del tocco di campana il Presidente Francesco ha offerto un contributo in denaro da destinare al Service ”il Sistema Abreu, la musica che salva. Un’Orchestra sinfonica alla Scuola Media Corridori”; il M° D’Orazio ha ringraziato ed invitato tutti al concerto inaugurale che sarà debitamente preannunciato.

 

Quindi l’Ospite è stato omaggiato di un volume sulla nostra regione; foto ricordo della serata infine campana.

 

Mimmo Di Paola

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Visita del Governatore

La visita del Governatore è uno degli appuntamenti più importanti che scandiscono l’anno rotariano: lunedì 1° dicembre il Rotary Club Bari Sud ha avuto come ospite e protagonista il Prof. Luigi Palombella, che quest’anno ricopre la massima carica distrettuale. Prima della conviviale il Governatore Palombella ha discusso con il Consiglio Direttivo sulla vita del Club, i progetti, le iniziative e le attività sviluppate e da sviluppare, con anche un’attenzione particolare all’effettivo.

 

 

Terminato il colloquio con il Direttivo, c’è stato l’incontro con tutto il Club e l’inizio della serata conviviale.

In un ambiente caloroso e amichevole propria del Rotary Club Bari Sud, alla presenza di numerose Autorità distrettuali intervenute, il Presidente Francesco D’Alessandro, dopo le comunicazioni di Gennaro Ranieri, Segretario simpatico e preciso come sempre, ha aperto la conviviale presentando il corposo curriculum professionale e il cursus rotariano di grande spessore del dott. Palombella.

La parola è subito passata al Governatore che, dopo essersi complimentato con il Presidente per il Direttivo e il Club Tutto, ha iniziato il suo intervento parlando delle origini e della storia del Rotary, per andare a sottolineare le caratteristiche e i valori fondamentali del sodalizio: etica, professionalità, leadership, consapevolezza.

Bisogna partire dalle origini per essere costruttori del bene comune.

È necessario vivere il Rotary con vera passione e impegno, mostrando gli ideali e i valori rotariani anche all’esterno.

Light Up Rotary! Accendi il Rotary (come dice il Presidente Internazionale Gary C.K. Huang) e illuminiamo il nostro territorio, la nostra città, le nostre periferie con le problematiche, per servire con rigore morale al di sopra di ogni interesse, nel segno dell’amicizia, del donarsi e di dare ascolto.

Il Governatore Palombella ha tenuto la platea brillantemente e con grande semplicità, terminando il Suo intervento spronando il Club a continuare ad agire.

La serata è stata successivamente impreziosita dalla presentazione di un nuovo e graditissimo socio.

Il Nostro Nicola De Fazio ha presentato Nicola Pintucci: colto e poliedrico imprenditore barese di successo, sposato e padre di una ragazza, ha avuto l’onore di essere accolto dal Governatore Palombella, che gli ha appuntato la spilletta sul reverse della giacca, e da tutti i Soci, che lo hanno abbracciato con grandissimo affetto.

 

La serata si è conclusa con il tradizionale scambio dei guidoncini e con lo scambio di doni e bouquet alle Signore.

Il suono della campana ha chiuso una serata sentita, calorosa e piacevole.

 

Carmen Russo

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Programma Dicembre 2014

Programma Dicembre 2014

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"La Sfida Bari"

La Società è stata affidata ai curatori dr. Marcello Danisi e prof. Gianvito Giannelli.

Il Presidente del Football Club Bari 1908 Gianluca Paparesta è stato Relatore della serata “La Sfida Bari” organizzata dal Rotary Club Bari Sud il 17 novembre 2014. È stato ripercorso l’intenso iter del 2014 che ha portato (anche su pressante richiesta dei tifosi) l’assemblea dei soci dell’A.S. Bari ad autorizzare l’auto-fallimento della società, per evitare di perdere il titolo sportivo. I calciatori con grande entusiasmo hanno risalito la classifica e i tifosi che non hanno mai abbandonato la squadra del cuore hanno fatto registrare il tutto esaurito sia al San Nicola che in trasferta.

Così dopo due aste andate deserte, Gianluca Paparesta il 20 maggio 2014 si è aggiudicato l’A.S. Bari rinominandola in Football Club Bari 1908.

Una tifoseria importante e meravigliosa, entusiasmo e fascino per il calcio e per la città di Bari hanno spinto e spingono Paparesta ogni giorno con grande impegno e passione a non fermarsi dinanzi alle difficoltà e alle sfide, facendosi carico delle responsabilità e di qualche amarezza.

Francesco Costantini della Gazzetta del Mezzogiorno, al tavolo del Relatore, ha rivolto alcune domande a Paparesta relative alla situazione societaria del Club e alla nuova gestione contemporanea e imprenditoriale completamente diversa da quelle precedenti.

Il Football Club Bari 1908 è una società sana di nuova gestione che investirà moltissimo nel settore giovanile e nelle infrastrutture, per dare impulso ad un nuovo modo di fare calcio.

I curatori Marcello Danisi e Gianvito Giannelli, presenti in sala, hanno ricordato questa esperienza che li ha portati a lavorare intensamente e ad essere inevitabilmente coinvolti emotivamente, affezionandosi ai ragazzi e ai dirigenti del Bari.

Molti gli interventi dei soci e degli amici, tifosi della squadra cittadina, e grande è stata la disponibilità di Gianluca Paparesta nel rispondere e nel concedersi ai saluti affettuosi.

Nel corso della serata Giorgio Papa, Nostro Past President, ha ricordato l’impegno rotariano per il Banco alimentare (giornata nazionale della colletta alimentare del 29.11.2014), spiegandone anche il significato e l’importanza.

Giorgio ha, altresì, consegnato un premio (consistente nell’asta per il labaro) al Rotaract Bari Agorà, a consuntivo dell’anno rotaractiano presieduto da Antonio Baldassarre e quale augurio per l’avvenire del Club.

 

Carmen Russo

 

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La Sfida Bari - Dott. Gianluca Paparesta

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"Matera, da vergogna nazionale a Capitale Europea della Cultura 2019: storia di una rinascita"

 

Matera, da vergogna nazionale a Capitale Europea della Cultura 2019: storia di una rinascita. È questo il tema della relazione dell’Avv. Raffaello De Ruggieri, Presidente della Fondazione Zètema di Matera e socio fondatore del Circolo culturale La Scaletta di Matera, nella serata organizzata dai Club Rotary Bari Sud e Bari il 10 novembre 2014. Per introdurre l’ospite alla platea, il Presidente del Club Rotary Bari Sud, Avv. Francesco D’Alessandro, pronunciando una frase di Nelson Mandela: “un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare e non si è mai arreso” ha ben descritto l’Avv. De Ruggieri che da sempre coltiva il sogno di valorizzare la sua terra, dedicando tempo e passione.

Nel 1959, infatti, con un gruppo di giovani volenterosi materani, fondò il Circolo Culturale La Scaletta che inizialmente si occupava dello studio e del censimento delle chiese rupestri del territorio ed ora è una attenta fucina di cultura ad ampio spettro.

L’illustre relatore, interessando la platea, ha raccontato, con le parole di Pierre Boulez, che “la cultura rende inevitabile ciò che è altamente improbabile”. Infatti, il successo della candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019 fino a qualche decennio fa era inimmaginabile. Basti pensare che, negli anni ’50, la città si trovava in una tale condizione di degrado e povertà per le scarse condizioni igienico-sanitarie dei Sassi da balzare agli onori di cronaca a livello nazionale come la “questione Matera”, sollevata prima dal leader comunista Palmiro Togliatti e poi dal Presidente del Consiglio dell’epoca Alcide De Gasperi.Per il primo, i Sassi erano “l’infamia nazionale”, per il secondo, una “vergogna nazionale”.

La designazione a Capitale Europea della Cultura quindi – secondo il racconto di De Ruggieri- non è stato un traguardo casuale ma il risultato di una lunga marcia, di un lavoro che dura da anni e che è stato possibile grazie al coinvolgimento di tutta la collettività. Si è riusciti – afferma De Ruggieri - “a distillare l’orgoglio dell’appartenenza ai cittadini”, risvegliando la consapevolezza che, pur avendo vissuto un periodo di grigiore negli anni ’50, “non eravamo figli della miseria ma figli di una terra feconda, magnetica, radioattiva, fascinosa ed anche energetica”.

Quel territorio viene descritto da personaggi straordinari come Carlo Levi che parla di “dolente bellezza”, Pier Paolo Pasolini che ne scopre “il sole, il sole vero, il sole ferocemente antico” o, successivamente, Pietro Consagra che definisce Matera come “la città della Bellezza”.

In questo complesso contesto socio ambientale, il Circolo culturale La Scaletta ha realizzato un percorso di lavoro, iniziato prima con un’attività di studio e scoperta del patrimonio culturale del territorio, tra cui la Cripta del Peccato Originale nel 1963, e, successivamente, ha dato vita ad una attività di recupero e valorizzazione del territorio. Non è mancato neanche l’impegno in politica.

Ricorda infatti De Ruggieri che il Circolo ha generato due sindaci, alcuni assessori comunali e provinciali, un consigliere regionale che si sono battuti per ottenere leggi e provvedimenti sempre con l’unico obiettivo di salvare i Sassi dall’abbandono. L’azione del Circolo è stata strategica anche per l’ottenimento della Legge 771/86 di recupero dei Sassi, fondamentale per Matera, una legge rivoluzionaria con cui lo Stato finalmente riconosce il particolare interesse nazionale dei Sassi. Altrettanto importante è stato nel 1993 il riconoscimento, da parte dell’Unesco, dei Sassi come patrimonio mondiale della umanità.

Dopo gli anni dello studio, della politica, l’impegno del Circolo e dell’Avv. De Ruggieri è continuato e continua nella società civile. Un “lavoro civile, una missione civica” la definisce De Ruggieri che ha portato alla nascita nel 1998 della Fondazione Zètema con l’obiettivo di attuare un “inedito modello di azione culturale in grado di coniugare il valore dell’autonomia con quello della qualità dei progetti” con la consapevolezza che la cultura crea sviluppo.

Negli anni successivi, la Fondazione Zètema si è impegnata a restaurare ed aprire al pubblico la Cripta del Peccato Originale, a realizzare il Musma, unico museo in grotta dove la “creatività plastica ritorna nel ventre materno” e la Casa di Josè Ortega, spazio espositivo dedicato ai bassorilievi policromi del pittore spagnolo che aveva vissuto a Matera. Realizzazioni che sono state possibili grazie alla validità dei progetti e che per questo hanno trovato i fondi necessari anche al di fuori della Regione, come nel caso della Casa di Ortega che è stata realizzata con l’aiuto del progetto Terzo Valore lanciato da un importante istituto finanziario nazionale.

Questa esperienza è, secondo De Ruggieri, la conferma che “nel Mezzogiorno ci sono più soldi che progetti e che se hai un progetto di qualità riesci a catturare i soldi”. Nel caso del percorso realizzato dalla Fondazione Zètema soltanto il circa 13% delle risorse necessarie per gli investimenti è provenuto dalla Regione Basilicata mentre il resto è stato recuperato attraverso la partecipazione a bandi per l’8 per mille e per il 5 per mille ed a concorsi banditi da istituzioni come l’Acri, la Fondazione per il Sud. Tutto questo percorso, insieme alla forza della città, alle sue caratteristiche hanno fatto vincere Matera conquistando l’attenzione dei Commissari della Commissione Europea. Questi ultimi hanno premiato il lungo cammino della città caratterizzato da un processo condiviso di riappropriazione dei valori identitari del territorio, dal restauro urbanistico-ambientale dei Rioni Sassi, dalla convinzione che la cultura è produzione, diffusione e scambio e non già consumo ed acquisto.

Dopo la interessante, appassionata, a tratti commuovente, relazione dell’Avv. De Ruggieri, lungo e motivato anche il dibattito. Tra gli intervenuti: l’assessore Silvio Maselli del Comune di Bari, i soci Francesco Campanale e Valentino Valentini, l’ing. Vito Labarile, il Presidente di Confindustria Michele Vinci, il DGN Luca Gallo, la giovanissima Alessandra Porcari, socia dell’Interact di Matera e del Circolo culturale la Scaletta. Coinvolgente l’intervento del Past Governor Titta De Tommasi che ha sottolineato la tensione morale delle parole di De Ruggieri: “al di là del racconto, assolutamente sincero e senza trionfalismi di sorta dalle sue parole viene fuori questa capacità consolidata di trasmettere questa emozione da cui è derivato tutto… io l’ho sentito tante volte… quello che ha detto questa sera, nel giorno della vittoria, lo ha sempre detto perché era certo di questo risultato”.

Al termine del dibattito Antonella Calderazzi, Presidente del RC Bari, ha ringraziato il relatore per la magnifica serata complimentandosi per il costante impegno profuso in questi anni teso al raggiungimento di questo risultato ed ha poi passato la parola a Lino Pignataro, Assistente del Governatore, che ha porto i saluti di Luigi Palombella a tutti i presenti ricordando che anche questo è un tassello utile alla “costruzione del bene comune”.

La serata dedicata all’esperienza dell’Avvocato De Ruggieri e alla rinascita della città di Matera è stata di grande ispirazione per i presenti ponendo anche una seria riflessione sulla ricerca dell’identità dei nostri luoghi e su come poter replicare nel contesto meridionale un percorso virtuoso di sviluppo basato sulla cultura.

Michele Sarra

 

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Avv. Raffaello de Ruggieri, Presidente Fondazione Zetema di Matera e socio fondatore del Circolo La Scaletta di Matera
Interclub con RC Bari

 

 

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"Incubo TASI"

La sala dell’Hotel Palace di Bari ha accolto i soci del Rotary Club Bari Sud riuniti lunedì 27 ottobre 2014 per ascoltare la relazione “Incubo Tasi” tenuta dal Nostro Socio Saverio Belviso. Gianluigi Di Giulio, Presidente per l’a.r. 2015-2016 in temporanea sostituzione del Presidente Francesco D’alessandro, ha introdotto il Relatore e l’argomento. Saverio Belviso è avvocato e commercialista, stimatissimo e affermato consulente, libero professionista di Bari, socio del Nostro Club Rotary del quale ha ricoperto numerosi e importanti cariche sociali, tra cui anche quello di Presidente per l’a.r. 2012-2013. Il Relatore ha proposto all’attenta e interessata platea uno studio relativo ai tributi e, nello specifico, alla TASI, con presentazione di slides, schemi e grafici.

La tasi è il tributo per i servizi indivisibili che gli organi impositori e la stampa hanno presentato come “imposta su misura personalizzata per ogni contribuente”.

Il fondamento normativo lo troviamo nella Legge n° 147 del 27 novembre 2013, ai comma 669 e seguenti.

Il presupposto impositivo è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di fabbricati, ivi compresa l’abitazione principale come definita ai fini dell’imposta municipale propria, di aree scoperte nonché di quelle edificabili, a qualsiasi uso adibiti.

I servizi indivisibili sono tutte quelle attività comunali che non vengono offerte “a domanda individuale”, ma vanno a vantaggio di tutta la cittadinanza, quali: l’illuminazione pubblica, la sicurezza, l’anagrafe, la manutenzione delle strade e altre ancora.

La base imponibile è quella prevista per l'applicazione dell'imposta municipale propria (Imu) di cui all'articolo 13 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n.201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n.214.

Ogni Comune stabilisce Le aliquote della TASI sono stabilite da ogni Comune proprio perché riguardano i costi dei servizi da sostenere nell’anno.

Il Comune definisce, per ogni tipologia di immobile, l’aliquota e, per gli immobili che non sono abitati direttamente dal proprietario, stabilisce la quota di imposta che deve essere pagata dai proprietari e quella che deve essere pagata dai conduttori.

Le aliquote hanno una soglia massima che vanno considerate unitamente a quella dell’IMU.

In buona sostanza, per il 2014, TASI e IMU non possono superare insieme l’aliquota massima dell’11,4 per mille sugli immobili diversi dalle abitazioni principali e del 3,3 per mille sulle abitazioni principali, salvo quelle considerate di alto pregio (categoria A1, A8 e A9) che potrebbero essere assoggettate all’aliquota massima del 6 per mille comprensiva di IMU e TASI.

Nel Comune di Bari la Tasi 2014 ha aliquota al 3,3 per mille sulla prima casa, ovvero al massimo possibile, ma sono esenti dal pagamento della tassa i contribuenti con ISEE fino a 10 mila euro

Sussistono le detrazioni fisse di 100 euro per tutti i contribuenti con ISEE compreso tra 10 e 15 mila euro.

La TASI, insieme all'IMU e alla TARI, è una delle tre parti dell'Imposta Unica Comunale (IUC) ed è stata istituita dalla legge di stabilità del 2013

Per l'anno d'imposta 2014, la prima rata si è pagata il 16 Giugno nei comuni che hanno deliberato le aliquote entro la data del 23 Maggio. Negli altri comuni, l'imposta sui servizi indivisibili si pagherà il 16 ottobre; in quei comuni che non hanno rispettato la scadenza di Settembre, i contribuenti saranno chiamati a pagare la TASI con l'aliquota base dell'1 per mille da corrispondersi in un'unica rata con scadenza il 16 dicembre 2014.

La scadenza della Tasi a Bari è stata differita al 16 dicembre 2014

Al termine della relazione è intervenuto Beppe Macaione per spiegare come la Legge di stabilità 2014 ha modificato la tassazione applicabile agli atti aventi ad oggetto diritti immobiliari: 2% per la prima casa, 9% per tutti gli altri beni immobili e le imposte ipotecarie e catastali nella misura fissa di 50 euro ciascuna; 12% a determinate condizioni, per terreni agricoli e relative pertinenze, 1%per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali (IAP).

L’importo di ciasuna delle imposte di registro, ipotecarie e catastali previste in misura fissa per gli atti soggetti a IVA passa da 168 a 200 euro.

E' seguito un breve dibattito e molte domande riguardo alla Tasi, a cui Saverio ha risposto esaustivamente e con grande disponibilità.

La considerazione di Lino Pignataro sulla grande professionalità e l’eccellenza che il Rotary ricerca nei suoi soci ha sottolineato l’importanza della serata.

I saluti, il ringraziamento al Relatore e ai presenti di Gianluigi di Giulio e il tocco di campana hanno segnato la conclusione della riunione significativa e interessante.

Carmen Russo

 

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Saverio Belviso

 

 

 

 

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