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"Semplici gesti d'amore" - 10 febbraio 2014

Alla riunione del 10 febbraio 2014 il Rotary Club Bari Sud ha confermato l’impegno di solidarietà preso con l’Associazione Volontari Ospedalieri di Bari, presenza preziosa, silenziosa e affettuosa che quotidianamente offre ai malati umanità e “semplici gesti d’amore”. Nel corso della serata Giorgio Papa, Presidente del Club, ha introdotto la Presidente dell’Avo di Bari, Daniela Fiaschetti, e il Responsabile dei Giovani Avo di Bari, Vincenzo Scianatico, i quali ci hanno raccontato che l’Associazione è nata dall’intuizione e dalla sensibilità del prof. Erminio Longhini, primario pneumologo, attualmente Presidente nazionale dell’Associazione, che aveva notato la mancanza nel suo ospedale di qualcuno che aiutasse il malato nelle sue esigenze di persona umana, al di là delle specifiche cure mediche e infermieristiche. Tutta la storia di AVO è racchiusa nel semplice gesto di porgere un bicchiere d’acqua ad un paziente in difficoltà.


Il volontario AVO, debitamente formato, è in grado di dare sostegno e supporto relazionale volto alla condivisione delle difficoltà e delle ansie, offre conforto, incoraggia ad avere fiducia nelle proprie risorse e nelle proprie capacità, fa anche attività pratiche come aiuto nella deambulazione, soddisfa bisogni di piccola necessità e si interfaccia con il personale infermieristico per i bisogni che può manifestare il paziente.

A Bari i Volontari operano all’Ospedale “San Paolo” dove in pediatria hanno creato una biblioteca ludica in collaborazione con l’associazione “Libri su misura”, mentre negli altri reparti si occupano dei malati con entusiasmo, passione e sensibilità.

Il nuovo progetto: “Sempre bella – Banca della parrucca”, iniziativa intrapresa per offrire “una soluzione concreta” alle donne pazienti in oncologia che non possono permettersi l’acquisto di una parrucca, ha rappresentato il service del nostro Club da sempre teso alla sensibilizzazione al volontariato in ospedale e attendo a queste progetti delicati.

La serata titolata “Semplici gesti d’amore”, organizzata dal Rotary Club Bari Sud in Interclub con il Rotaract Club Bari e Bari Agorà, si è chiusa con lo scambio dei gagliardetti e di graditissimi libri di ricette date dai pazienti ai Volontari.

Carmen Russo

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"Parole di musica e pace" - 20 gennaio 2014

 

Foto_20_gennaio_2014

Lunedì sera al Palace Hotel di Bari, Vincenzo Sassanelli, insigne Rotariano, con estrema attenzione e grande sensibilità d’animo ha esposto ai soci e agli ospiti del Rotary Club Bari Sud e del Rotaract Club Bari e Bari Agorà una relazione di particolare livello storico-culturale e di grande coinvolgimento emotivo. “Parole e musica di pace” è una ricerca personale e raffinata delle parole (intese come citazioni e documenti storici) e dei brani musicali che hanno formato il Relatore, insieme alla sua generazione, sulla strada della pace. Vincenzo, socio del Rotary Club Bari, Prefetto del Distretto 2120, ha ricoperto numerosissimi incarichi distrettuali, insignito di ben nove Paul Harris Fellow, ha iniziato illustrando alcune fondamentali tappe storiche raggiunte dal Rotary in tema di pace, atteso che l’Associazione ha promosso da sempre la cultura della pace e unisce alle parole anche l’azione.

Già nel 1914 a Houston, con l’avvento della Prima Guerra mondiale, i delegati al congresso del R.I. hanno adottato una risoluzione “per organizzare un congresso internazionale per la pace”.

Nel 1922 l’Associazione ha sancito come proprio quarto obiettivo il “propagare la comprensione mondiale, la buona volontà e la pace mondiale, mediante il diffondersi (di tali ideali) nel mondo degli affari e delle professioni tra le persone unite dal comune spirito del servire”.

Nel 1940 all’Havana i Rotariani hanno adottato in sede di congresso del R.I. una nuova risoluzione, con la quale hanno identificato “la libergiustizia, la verità, la santità della parola data e il rispetto dei diritti umani come elementi vitali per la pace mondiale”, concetti questi che poi sono stati nel 1948 il fondamento della Dichiarazione universale dei Diritti umani.

Nel 1945 a San Francisco quarantanove rotariani hanno contribuito alla stesura dello Statuto delle Nazioni Unite.

In quell’occasione il Rotary è stato premiato con lo status di “Advicer” e Paul Harris ha detto che “l’amicizia e la tolleranza, principi fondamentali del Rotary, sono utili per la pace nel mondo”.

Foto_gennaio_2014_2

A questo punto Vincenzo è entrato nel vivo dell’argomento, aprendoci lo sguardo sulle “parole di pace”: dall’art.11 della Costituzione italiana (“L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli…; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni…”), al discorso di insediamento del Presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini (“Si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai, sorgente di vita…Questa la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire”), da Martin Luther King (“…trasformare le stridenti dissonanze della nostra nazione in una stupenda sinfonia di fratellanza…”) a Leopold Senghor teorico della “negritude” e fautore della corrente di pensiero dell’Umanesimo pacifico (“La spada noi la riporremo nella custodia della pace, perché il lavoro duro sarà la nostra arma vincente e il dialogo”), dall’operato di pace di U Thant, Segretario generale dell’ONU (è necessario “comprendere chiaramente il contesto in cui le forze dell’ONU operano… e il carattere nuovo e complesso delle operazioni di mantenimento della pace” un concetto che “si fonda sulla ragione, sulla cooperazione locale, sulla diplomazia, sulla buona fede, e non può né deve contare sulla forza armata, sulla potenza politica o sulla dominazione fisica o politica”) fino a Don Tonino Bello che esortava a diventare “Costruttori di pace”, ricordando il versetto: “il deserto diventerà un giardino… e la giustizia regnerà nel giardino... e frutto della giustizia sarà la pace” (Is. 32,15-17).

Siamo così arrivati alla “carrellata” delle “musiche di pace” che seguono anch’esse l’ordine cronologico degli eventi: “La Ballata degli eroi” di Fabrizio De Andrè (1961), ricorda il periodo in cui a Berlino i sovietici costruivano il muro; “Blowin’in the wind” di Bob Dylan (1963), la guerra del Vietnam, che faceva strage di una generazione di giovani americani e il movimento per i diritti civili trovava le sue prime forme di espressione; il musical “The Age of Aquarius”, rappresenta l'avvento di un'epoca nuova, di un periodo storico di cambiamento nel senso di libertà, comunicabilità, e armonia con la natura e l'ambiente; il gospel “We Shall overcome” di Joan Baez, una canzone pacifista che divenne un inno del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti; e ancora “Mettete dei fiori nei vostri cannoni” dei Giganti (1967) a “Imagine”(1971) e “Give peace a chance”(1975), inni universali di pace e fratellanza,, entrambe di John Lennon; “Born in the USA” di Bruce Springsting (1984), un canto dolente sulla generazione dei reduci del Vietnam; “We are the world” (1985), una “antiwar song” scritta per raccogliere fondi da devolvere alla popolazione dell’Etiopia, afflitta in quel periodo da una disastrosa carestia.

Il Relatore ci ha fatto osservare che anche se i tempi non sono più quelli delle guerre sanguinose della prima metà del secolo scorso, e nemmeno quelli della guerra fredda, purtroppo in tante parti del mondo la pace è ancora molto lontana.

Ed è proprio per tenere alta l’attenzione e per scuotere le coscienze che Vincenzo ha scelto di far scorrere, su queste “musiche di pace”, le immagini delle atrocità che sono dirette conseguenze dei conflitti, “immagini che commuovono e graffiano l’animo di chi le guarda e ascolta le parole”, e fanno riflettere sul fatto che “fino a quando non ci sarà una vera giustizia sociale e ideologica, non potrà mai esserci una vera pace”.

Il tempo è volato e i pensieri conclusivi sono strettamente legati e connessi, con una circolarità perfetta, alle premesse degli ideali rotariani di pace.

La musica scelta per la conclusione è stata la poesia di Francesco De Gregori “La Storia siamo noi”.

La ballata è dolce e il messaggio che porta in sé è fortissimo tanto da essere più volte ribadito: siamo noi che vivendo e lavorando tutti insieme per il miglioramento della società possiamo superare ogni barriera.

“La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano”, ciò che di più terreno c’è al mondo, una verità semplice e vitale, presentata dalla metafora del vivere (“piatto di grano”).

La pace è stare insieme in armonia senza separarsi e l’invito finale, dunque, è quello di praticare solidarietà e pace.

Conclusa la relazione con un lungo e affettuosissimo applauso, Giorgio Papa, Presidente del Rotary Club Bari Sud, ringraziando e complimentandosi con Vincenzo Sassanelli per l’affascinante e toccante relazione, ha sottolineato il compito che spetta a ognuno di noi: portare pace e amore nei nostri cuori, per estenderli all’esterno nei confronti di tutti gli altri.

L’eccellente intreccio di parole e musiche sulla strada della pace, proposto dall’Amico Vincenzo, ci ha regalato una splendida serata di emotiva consapevolezza e di riflessione.

Grazie!

Articolo scritto dall'Avv. Carmen Russo

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Rotary e Chiesa Cattolica - 16 gennaio 2014

 Serata della consapevolezza e della cultura rotariana questa del 16 gennaio 2014, voluta dai Presidenti dei quattro Club e organizzata dal Rotary Club Bari Ovest. Dopo il tradizionale saluto alle bandiere, i quattro Presidenti hanno preso la parola: Giacomo De Candia Presidente del Bari Castello, Giorgio Papa Presidente del Bari Sud, Patrizio Cardone Presidente del Bari Mediterraneo e in particolare Dino Plantamura Presidente del Bari Ovest, che ha salutato Vito Trojano, Assistente del Governatore, Giuseppe Borrelli, socio del Rotary Club Bari e relatore della serata, e Raffaele Coppola, illustre rotariano, nominato da Papa Francesco Promotore di Giustizia della Corte d'Appello (la carica giudiziaria più significativa dello Stato della Città del Vaticano), il quale, dopo aver sapientemente introdotto l’ospite della serata e la sua relazione dal titolo: “Rotary e Chiesa Cattolica”, ha fatto alcune considerazioni. La morale rotariana non ha nazionalità, non ha religione, non appartiene a nessun partito; questo perché il Rotary è caratterizzato da un’autonomia di programma, di pensiero, di azione che è al di fuori di qualsiasi vincolo, di qualsivoglia pregiudizio e pregiudizialità di tipo religioso, politico o di altra natura.

Beppe Borrelli è entrato subito nel vivo dell’argomento presentando un excursus storico del rapporto Rotary-Chiesa cattolica, che di seguito viene riportato.

Nella seconda metà degli anni Venti la rapida diffusione dell’Associazione in Europa e in America Latina ha determinato un importante dissenso tra Rotary e Chiesa Cattolica, in quanto il Vaticano ha temuto che questa nuova filosofia, incentrata su una morale laica e indipendente potesse involontariamente sostituirsi a quella cristiana.

 

Il Rotary è visto come una sorta di “concorrente” in settori filantropici e umanitari, che fino a quel momento erano di esclusiva competenza della Chiesa.

 

È stato così che il 4 febbraio 1929 il Sant’Uffizio ha pubblicato un decreto con cui ha proibito in Italia ai sacerdoti di iscriversi all’Associazione rotariana, mentre in Spagna il cardinale primate Pedro Segura y Saenz, arcivescovo di Toledo, il 23 gennaio 1929 ha esteso la proibizione anche ai semplici laici battezzati.

La grande determinazione e l’infaticabile opera di Omero Ranelletti, segretario del Club romano, ha portato ad una mediazione con la Santa Sede.

Infatti, è stato proprio questo dialogo aperto e costruttivo intrapreso dai rotariani italiani che ha portato alla Convention di Dallas, durante la quale il Governatore internazionale Mr. Sutton ha deciso di abolire il codice etico rotariano, che tanto aveva impensierito il Vaticano.

Da questo importante chiarimento i rapporti tra Rotary e Chiesa cattolica sono stati pacifici per circa un ventennio.

Nel gennaio 1948 il Cardinale Montini, futuro Papa, sostituto alla segreteria di Stato del Vaticano, ha chiesto al direttore di “Civiltà Cattolica” di riesaminare la questione Rotary, commissionando uno studio sul rapporto tra Rotary e Chiesa cattolica.

A grande sorpresa nel 1951, “L’Osservatore Romano” ha pubblicato un Decreto del Sant’Uffizio, in cui ha ribadito in modo espresso e diretto il “non expedit”, con il quale ha negato agli ecclesiastici di iscriversi al Rotary, ma è stata loro consentita la frequenza alle sole riunioni rotariane con carattere pubblico o con finalità caritatevole; quanto ai laici nessun cenno di proibizione.

Anche questa volta l’avvocato Ranelletti è riuscito a ripianare la discordanza e dopo soli 16 giorni “L’Osservatore romano” ha ridato legittimazione all’associazione rotariana.

Nel 1957 lo stesso Montini, allora arcivescovo di Milano, partecipando ad una conviviale del Rotary, superate le riserve che Egli stesso ha chiamato “frutto di ignoranza e di errore”, ha avuto parole di sincera stima e di simpatia per il Rotary, per le finalità del Sodalizio che ha definito “vero servizio della causa della pace”.

Da allora gli incontri dei rotariani con il Sommo Pontefice sono stati sempre più frequenti.

Giovanni XXIII ha ricevuto il 20 aprile 1959 i rotariani d’Italia e successivamente, il 28 settembre 1963, Paolo VI ha accolto un’intera rappresentazione rotariana, poi il 20 marzo 1965, quindi il 14 novembre 1970 ed ancora il 16 febbraio 1974.

Giovanni Paolo II ha definito il Rotary “forza del bene” e ha indirizzato ai rotariani della LXX Convention un messaggio di viva simpatia il 14 giugno 1979, poi il 13 febbraio 1984 e il 25 febbraio 1989.

Conclusa la relazione alcuni soci hanno voluto ricordare momenti importanti e significativi del rapporto tra Rotary e Chiesa cattolica: Giovanni Buquicchio ha riferito di quando nel marzo 2000 una vasta rappresentanza di rotariani di tutto il mondo (tra cui anche i soci di tutti i Club di Bari) sono stati ricevuti da Papa Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del Rotary; Luigi Nisio ha riportato che nell’A.R. 1982-83 Mons. Federico Weber è stato Governatore del Distretto 2110.

È stato ricordato che anche l’attuale Papa Francesco è rotariano.

La parola è passata a Vito Trojano per un’osservazione incisiva: fare Rotary e avere nuove prospettive di servizio è tutt’altro che facile! Il lungo percorso, sopra descritto, seguito dal Rotary ha portato al giusto riconoscimento della complementarietà degli scopi perseguiti e della trasparenza con cui viene attuata l’azione rotariana. I rotariani sono chiamati ad un maggiore impegno sociale per il raggiungimento delle seguenti finalità: migliorare le condizioni di salute, combattere la fame e incrementare il progresso umano e sociale.

 

Concluso l’intervento dell’Assistente del Governatore, il presidente Dino Plantamura ha salutato tutti e il tocco di campana ha segnato il temine di questa serata dedicata alla cultura rotariana.

 

Carmen Russo

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Programma Febbraio 2014

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Programma Gennaio 2014

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Festa degli auguri 2013 - 16 dicembre 2013

.Intervento di S.E. Mons. Emilio Silvistrini – Quattro nuovi soci del ClubNella splendida cornice del salone delle feste del Palace Hotel di Bari si è svolta il 16 dicembre 2013 la festa degli auguri del Rotary Club Bari Sud. Tradizione, solidarietà, sobrietà e amicizia sono stati gli elementi che hanno caratterizzato tutto il corso della serata.Al...
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Programma Dicembre 2013

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Programma Novembre 2013

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Programma Ottobre 2013

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Programma Settembre 2013

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Programma Luglio 2013

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Festa-Estate

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Carlo Schilardi Relatore

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Cerimonia del martelletto

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Degenerazione maculare

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Farmacia Specchio dei tempi

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Federico Buccellati

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Gita nel Salento

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Cena di Natale 2011

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La storia del club

 

La Carta di Costituzione del nostro Club, che ne certifica i principi ed i valori, in conformità con quelli del Rotary International.

Il Club Rotary Bari Sud nasce ufficialmente il 29 gennaio 1980 come terzo Club metropolitano sul forte slancio solidaristico e sulla profonda correttezza comportamentale che caratterizzava i venticinque fondatori.

L’intento del Sodalizio era sfidare gli eventi lasciando un segno profondo nella Società civile entro la quale intendeva espletare la propria azione Rotariana.

Bari Sud è tutto questo: 33 anni di vita Rotariana testimoniando con i fatti i principi enunciati da Paul Harris, in un crescendo che proietta con tutte le carte in regola il Club attualmente composto da 99 Soci Ordinari.

Lo spirito che ha caratterizzato l’azione Rotariana del Club e dei suoi Soci è stato quello di servizio senza compromessi.

Alti e bassi, come per tutte le attività umane, ma nella consapevolezza che il Rotary non è un punto di arrivo ma un punto di partenza, poiché al Rotary si guarda e lo si apprezza nella misura in cui riesce a dare di sé una visione chiara, onesta, disinteressata e concreta.

Essere Rotariani è difficile; ispirarsi ai principi Rotariani richiede disinteresse e concretezza, scomodità verso coloro che intendono trasformare il Club in un’appendice della propria Professione o attività.

Ma il Rotary Club Bari Sud è riuscito a distinguersi, negli anni della propria esistenza, per aver operato in maniera seria, cercando di diventare un punto di riferimento, retto da uomini in grado di diventare un esempio.

Parimenti, il Club ha cercato di essere all’avanguardia, non chiudendosi in tradizioni autoreferenziali e sterili, guardando alla contemporaneità degli eventi per confermare la fiducia nei valori Rotariani ispiratori della azione dei Suoi Associati.

Particolarmente curata l’Azione di Pubblico Interesse, ricordando che il Club è costituito da persone rilevanti per cultura, responsabilità e decisionalità, dove peraltro si avvera una confluenza di esperienze di ogni genere che coinvolgono tutti i settori della vita attiva, con un enorme patrimonio da mettere al servizio della Comunità locale.

E così, le attività ed i service svolti annualmente hanno rivolto la propria attenzione sia al Territorio, sia al di fuori dell’ambito in cui si svolge la vita dei propri Associati, sempre e comunque guardando alle vie d’azione Rotariane, con particolare attenzione ai giovani.

Dunque, attenzione al Territorio:

- con la presentazione della Fiera del Levante, insieme agli altri Club Metropolitani;

- con serate dedicate al mondo delle Professioni e delle attività;

- alla scoperta (o alla riscoperta) dei monumenti e delle bellezze che adornano la nostra bella Terra;

- istituendo un premio annuale, nel tempo dedicato alla memoria di Mario La Pesa, consistente in un assegno da corrispondere al figlio di un componente dell’Arma dei Carabinieri scomparso nell’adempimento del servizio;

e attenzione a quanto accade anche lontano:

- invitando relatori internazionali;

- partecipando o organizzando service anche al di fuori del Territorio Nazionale;

- proponendo serate aventi a tema l’ambiente, la cultura.

L’attività Rotariana del Club si è concretizzata

nella gemmazione del Club di Altamura-Gravina, cedendo parte del territorio di competenza;

nell’adozione del Rotaract Club Bari Agorà.

Tanti sono stati i Rotariani illustri del Club, e tante figure degne di menzione dovrebbero qui essere citate, ma nessuno ha raggiunto l’acume Rotariano di Pasquale Satalino, Governatore del Distretto quando un crudele destino lo sottraeva al Rotary ed al nostro Club.

 

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