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Rotary e Chiesa Cattolica - 16 gennaio 2014

 Serata della consapevolezza e della cultura rotariana questa del 16 gennaio 2014, voluta dai Presidenti dei quattro Club e organizzata dal Rotary Club Bari Ovest. Dopo il tradizionale saluto alle bandiere, i quattro Presidenti hanno preso la parola: Giacomo De Candia Presidente del Bari Castello, Giorgio Papa Presidente del Bari Sud, Patrizio Cardone Presidente del Bari Mediterraneo e in particolare Dino Plantamura Presidente del Bari Ovest, che ha salutato Vito Trojano, Assistente del Governatore, Giuseppe Borrelli, socio del Rotary Club Bari e relatore della serata, e Raffaele Coppola, illustre rotariano, nominato da Papa Francesco Promotore di Giustizia della Corte d'Appello (la carica giudiziaria più significativa dello Stato della Città del Vaticano), il quale, dopo aver sapientemente introdotto l’ospite della serata e la sua relazione dal titolo: “Rotary e Chiesa Cattolica”, ha fatto alcune considerazioni. La morale rotariana non ha nazionalità, non ha religione, non appartiene a nessun partito; questo perché il Rotary è caratterizzato da un’autonomia di programma, di pensiero, di azione che è al di fuori di qualsiasi vincolo, di qualsivoglia pregiudizio e pregiudizialità di tipo religioso, politico o di altra natura.

Beppe Borrelli è entrato subito nel vivo dell’argomento presentando un excursus storico del rapporto Rotary-Chiesa cattolica, che di seguito viene riportato.

Nella seconda metà degli anni Venti la rapida diffusione dell’Associazione in Europa e in America Latina ha determinato un importante dissenso tra Rotary e Chiesa Cattolica, in quanto il Vaticano ha temuto che questa nuova filosofia, incentrata su una morale laica e indipendente potesse involontariamente sostituirsi a quella cristiana.

 

Il Rotary è visto come una sorta di “concorrente” in settori filantropici e umanitari, che fino a quel momento erano di esclusiva competenza della Chiesa.

 

È stato così che il 4 febbraio 1929 il Sant’Uffizio ha pubblicato un decreto con cui ha proibito in Italia ai sacerdoti di iscriversi all’Associazione rotariana, mentre in Spagna il cardinale primate Pedro Segura y Saenz, arcivescovo di Toledo, il 23 gennaio 1929 ha esteso la proibizione anche ai semplici laici battezzati.

La grande determinazione e l’infaticabile opera di Omero Ranelletti, segretario del Club romano, ha portato ad una mediazione con la Santa Sede.

Infatti, è stato proprio questo dialogo aperto e costruttivo intrapreso dai rotariani italiani che ha portato alla Convention di Dallas, durante la quale il Governatore internazionale Mr. Sutton ha deciso di abolire il codice etico rotariano, che tanto aveva impensierito il Vaticano.

Da questo importante chiarimento i rapporti tra Rotary e Chiesa cattolica sono stati pacifici per circa un ventennio.

Nel gennaio 1948 il Cardinale Montini, futuro Papa, sostituto alla segreteria di Stato del Vaticano, ha chiesto al direttore di “Civiltà Cattolica” di riesaminare la questione Rotary, commissionando uno studio sul rapporto tra Rotary e Chiesa cattolica.

A grande sorpresa nel 1951, “L’Osservatore Romano” ha pubblicato un Decreto del Sant’Uffizio, in cui ha ribadito in modo espresso e diretto il “non expedit”, con il quale ha negato agli ecclesiastici di iscriversi al Rotary, ma è stata loro consentita la frequenza alle sole riunioni rotariane con carattere pubblico o con finalità caritatevole; quanto ai laici nessun cenno di proibizione.

Anche questa volta l’avvocato Ranelletti è riuscito a ripianare la discordanza e dopo soli 16 giorni “L’Osservatore romano” ha ridato legittimazione all’associazione rotariana.

Nel 1957 lo stesso Montini, allora arcivescovo di Milano, partecipando ad una conviviale del Rotary, superate le riserve che Egli stesso ha chiamato “frutto di ignoranza e di errore”, ha avuto parole di sincera stima e di simpatia per il Rotary, per le finalità del Sodalizio che ha definito “vero servizio della causa della pace”.

Da allora gli incontri dei rotariani con il Sommo Pontefice sono stati sempre più frequenti.

Giovanni XXIII ha ricevuto il 20 aprile 1959 i rotariani d’Italia e successivamente, il 28 settembre 1963, Paolo VI ha accolto un’intera rappresentazione rotariana, poi il 20 marzo 1965, quindi il 14 novembre 1970 ed ancora il 16 febbraio 1974.

Giovanni Paolo II ha definito il Rotary “forza del bene” e ha indirizzato ai rotariani della LXX Convention un messaggio di viva simpatia il 14 giugno 1979, poi il 13 febbraio 1984 e il 25 febbraio 1989.

Conclusa la relazione alcuni soci hanno voluto ricordare momenti importanti e significativi del rapporto tra Rotary e Chiesa cattolica: Giovanni Buquicchio ha riferito di quando nel marzo 2000 una vasta rappresentanza di rotariani di tutto il mondo (tra cui anche i soci di tutti i Club di Bari) sono stati ricevuti da Papa Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del Rotary; Luigi Nisio ha riportato che nell’A.R. 1982-83 Mons. Federico Weber è stato Governatore del Distretto 2110.

È stato ricordato che anche l’attuale Papa Francesco è rotariano.

La parola è passata a Vito Trojano per un’osservazione incisiva: fare Rotary e avere nuove prospettive di servizio è tutt’altro che facile! Il lungo percorso, sopra descritto, seguito dal Rotary ha portato al giusto riconoscimento della complementarietà degli scopi perseguiti e della trasparenza con cui viene attuata l’azione rotariana. I rotariani sono chiamati ad un maggiore impegno sociale per il raggiungimento delle seguenti finalità: migliorare le condizioni di salute, combattere la fame e incrementare il progresso umano e sociale.

 

Concluso l’intervento dell’Assistente del Governatore, il presidente Dino Plantamura ha salutato tutti e il tocco di campana ha segnato il temine di questa serata dedicata alla cultura rotariana.

 

Carmen Russo

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La storia del club

 

La Carta di Costituzione del nostro Club, che ne certifica i principi ed i valori, in conformità con quelli del Rotary International.

Il Club Rotary Bari Sud nasce ufficialmente il 29 gennaio 1980 come terzo Club metropolitano sul forte slancio solidaristico e sulla profonda correttezza comportamentale che caratterizzava i venticinque fondatori.

L’intento del Sodalizio era sfidare gli eventi lasciando un segno profondo nella Società civile entro la quale intendeva espletare la propria azione Rotariana.

Bari Sud è tutto questo: 33 anni di vita Rotariana testimoniando con i fatti i principi enunciati da Paul Harris, in un crescendo che proietta con tutte le carte in regola il Club attualmente composto da 99 Soci Ordinari.

Lo spirito che ha caratterizzato l’azione Rotariana del Club e dei suoi Soci è stato quello di servizio senza compromessi.

Alti e bassi, come per tutte le attività umane, ma nella consapevolezza che il Rotary non è un punto di arrivo ma un punto di partenza, poiché al Rotary si guarda e lo si apprezza nella misura in cui riesce a dare di sé una visione chiara, onesta, disinteressata e concreta.

Essere Rotariani è difficile; ispirarsi ai principi Rotariani richiede disinteresse e concretezza, scomodità verso coloro che intendono trasformare il Club in un’appendice della propria Professione o attività.

Ma il Rotary Club Bari Sud è riuscito a distinguersi, negli anni della propria esistenza, per aver operato in maniera seria, cercando di diventare un punto di riferimento, retto da uomini in grado di diventare un esempio.

Parimenti, il Club ha cercato di essere all’avanguardia, non chiudendosi in tradizioni autoreferenziali e sterili, guardando alla contemporaneità degli eventi per confermare la fiducia nei valori Rotariani ispiratori della azione dei Suoi Associati.

Particolarmente curata l’Azione di Pubblico Interesse, ricordando che il Club è costituito da persone rilevanti per cultura, responsabilità e decisionalità, dove peraltro si avvera una confluenza di esperienze di ogni genere che coinvolgono tutti i settori della vita attiva, con un enorme patrimonio da mettere al servizio della Comunità locale.

E così, le attività ed i service svolti annualmente hanno rivolto la propria attenzione sia al Territorio, sia al di fuori dell’ambito in cui si svolge la vita dei propri Associati, sempre e comunque guardando alle vie d’azione Rotariane, con particolare attenzione ai giovani.

Dunque, attenzione al Territorio:

- con la presentazione della Fiera del Levante, insieme agli altri Club Metropolitani;

- con serate dedicate al mondo delle Professioni e delle attività;

- alla scoperta (o alla riscoperta) dei monumenti e delle bellezze che adornano la nostra bella Terra;

- istituendo un premio annuale, nel tempo dedicato alla memoria di Mario La Pesa, consistente in un assegno da corrispondere al figlio di un componente dell’Arma dei Carabinieri scomparso nell’adempimento del servizio;

e attenzione a quanto accade anche lontano:

- invitando relatori internazionali;

- partecipando o organizzando service anche al di fuori del Territorio Nazionale;

- proponendo serate aventi a tema l’ambiente, la cultura.

L’attività Rotariana del Club si è concretizzata

nella gemmazione del Club di Altamura-Gravina, cedendo parte del territorio di competenza;

nell’adozione del Rotaract Club Bari Agorà.

Tanti sono stati i Rotariani illustri del Club, e tante figure degne di menzione dovrebbero qui essere citate, ma nessuno ha raggiunto l’acume Rotariano di Pasquale Satalino, Governatore del Distretto quando un crudele destino lo sottraeva al Rotary ed al nostro Club.

 

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